Giacomo Guidi Arte Contemporanea
Postbabel e dintorni. Un'estetica dell'indeterminato, che svolge il tema della citta', domina la grande installazione centrale. Lungo le pareti Messina ha disposto in successione casuale alcune gouaches e piccole sculture chiuse in teche di plexiglas.
La Kunsthalle di Göppingen presenta, dal 6 aprile al 25 maggio 2014, la mostra personale di Vittorio Messina,
“Postbabel e dintorni”.
La mostra nasce da una cooperazione con il MACRO, Museo d'arte Contemporanea di Roma, i cui
padiglioni A e B di
Testaccio ospitano dal 26 febbraio al 4 maggio un gruppo di opere che l'artista ha interamente progettato per i grandi
spazi dell'ex mattatoio comunale. Le due mostre saranno documentate da un unico catalogo.
Negli spazi della Kunsthalle di Göppingen Vittorio Messina, pur nella continuità con il tema enunciato dal titolo, è
rimasto fedele all'idea di fondo che spesso determina il suo operare all’interno di contenitori solitamente diversi tra loro
per le dimensioni, ma anche per le singole configurazioni
spaziali, plastiche o luminose, che fanno di ciascun caso una
precisa singolarità. Nelle opere di Messina, il rapporto con l'habitat di cui esse si trovano a condividere le condizioni,
determina una reciprocità ideale, un flusso imprevedibile di energia che porta a identificare il nuovo insieme come
qualcosa di assolutamente unico, un'esistenza ineludibile mai intravista prima come probabile.
Il nucleo formativo che nell'opera di Messina ha dato luogo ad una originalissima e precoce intuizione, già a partire dalla
fine degli anni Settanta, con la celebre Muraglia Cinese, si scopre ancora una volta parte di un continuum, un infinito
succedersi di eventi strettamente correlati da un pensiero e un linguaggio strenuamente tesi ad individuare sempre
nuove modalità formative
e logiche, che sistematicamente disgregano la progressione delle certezze acquisite.
A Göppingen un'estetica dell'indeterminato, che paradossalmente svolge il tema “costruttivo” della città, ancora una
volta domina la grande installazione centrale. I “morsetti” da cantiere sostengono in modo quasi ansiogeno i giunti
architetturali e creano percorsi, spazi e verticalità che nella persistenza dell'habitat descrivono soprattutto una
vocazione visionaria. Così, mentre le costruzioni di gasbeton, sorrette da fragili strutture metalliche tendono a varcare la
soglia verticale del contenitore, una serie di recinti, duramente illuminati da lampade alogene si allunga tra le celle
appena abbozzate o in dissolvenza. Il “flaneur” di Beniamin si guarda intorno,
incerto, e si domanda se sia questo il
cammino dell'angelo della storia, col viso rivolto al passato, ma irresistibilmente spinto da una tempesta nel futuro... (1).
Lungo le pareti -il recinto della permanenza dei “regardeurs”, Messina ha disposto in successione quasi casuale alcune
gouaches e un piccolo numero di sculture chiuse in teche di plexiglas. Sembrano paesaggi metropolitani, o resti di
progetti incompiuti. Delle scritte si sovrappongono a queste immagini incardinandole nella molteplicità direzionale delle
letture, le quali, passando per numerosi nonsense approdano ad alcune citazioni dall'Apocalisse di Giovanni, dove la
città celeste
restituisce come nel sogno la sua pianta, le sue porte, la lunghezza dei suoi muri, la natura sublime dei suoi
materiali...
Nato nel 1946 a Zafferana Etnea, sulle falde dell'Etna, Vittorio Messina vive e lavora a Roma, dove
ha compiuto gli studi all'Accademia di Belle Arti e alla facoltà di Architettura.
Le sue opere sono state esposte in numerose gallerie e istituzioni nazionali e internazionali, come la Gam e la
Cavallerizza Reale a Torino, la Galleria d'Arte Moderna e contemporanea a Bologna, il MACRO e il Museo delle Mura a
Roma, Palazzo Fabroni a Pistoia, il Museo Pecci a Prato, la Galleria Shimada a Tokyo, il Kunstverein di Dü
sseldorf,
l'Obala Art Centar di Sarayevo, la Henry Moore Foundation Dean Clough ad Halifax, la National Galerie a Berlino, la
National Academy di Hangzhou (Cina), il Museo Ujazdovski a Varsavia, il Palau de la Verreina di Barcellona, Il Centro de
Arte Reina Sofia di Madrid, il Kunstverein di Kassel, il Museo di Leeds, al Maschio Angioino e Castel dell'Ovo a Napoli,
la Fondazione DKM a Duisburg.
Ha partecipato inoltre all'XI e alla XII Quadriennale di Roma, alla triennale della scultura contemporanea di Shibukawa,
alla Biennale Münsterland, Rheine, alla Biennale della Scultura di Carrara.
(1). W. Benjamin, Angelus Novus. Einaudi, 2006
Inaugurazione Domenica 06.4.2014, ore 18.00
Kunsthalle Göppingen
Marstallstr. 55 73033 Göppingen Germany
Orari: da martedi a venerdi, dalle 13.00 alle 19.00
sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00
e su appuntamento
chiuso il lunedì