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Juliet Anno 34 Numero 166 febbraio-marzo 2014



Brigitte Vincken

Jonathan Turner.

Dei & Eroi



Art magazine


SOMMARIO N.166

Copertina
Above: Ilya & Emilia Kabakov, Landscape with Mountains, 1989 (Detail),
courtesy Niccoló Sprovieri Gallery, London; ph © Ilya & Emilia Kabakov,
© Bildrecht, Vienna 2014; Below: El Lissitzky, Proun, ca.1922-1923 (Detail),
Collection Van Abbemuseum, ph Peter Cox


40 | L’arte dei Paesi Emergenti. Brasile - Argentina / Luciano Marucci
56 | Uzbekistan. Nukus in fabula / Emanuele Magri
75 | Novara. Cantiere d’arte / Liviano Papa

RECENSIONE
46 | Il grande sognatore e il narratore superstite / Chiara Longari
60 | Repertory | How to find places | MACRO / Lorenzo Taiuti
64 | Antonio Sofianopulo. Tra metafora e ironia / Roberto Vidali
72 | Enzo Bersezio. Commistione di linguaggi / Daniela Giordi
74 | Brigitte Vincken. Dei & Eroi/ Jonathan Turner
77 | Giulio De Mitri. Ombre e luci / Lucia Anelli
78 | Immagine riflessa. 24 fotografi del FVG / Chiara Mutton

INTERVISTA
48 | Alberto Di Fabio. Pittura del Tempo-Spazio / Luciano Marucci
52 | Fili di perle. Claudio Massini / Roberto Vidali
58 | Conversazione con Grazia Quaroni / Giulia Bortoluzzi
66 | Fiaba nera. Delphine Gigoux-Martin / Deianira Tolema
70 | Marinella Senatore. Occasioni e spunti / Maria Vinella
73 | Maurizio Morassutti. La natura dell’arte / Gianfranco Paliaga
83 | Sharon Louden. Sustaining a creative life / Leda Cempellin

INCHIESTA-DIBATTITO
54 | L’Arte della Sopravvivenza. Indagine sull’impegno etico-civile / Luciano Marucci

SAGGIO
50 | I 100 rumori di Russolo / Enzo Minarelli
62 | Il richiamo della Pittura / Ernesto Jannini

FOCUS
67 | Arte e diritti umani. Premio Giorgetti / Gianfranco Schiavone
68 | Luca Ciaccia. La natura delle cose / Francesco Giulio Farachi
69 | Gloria Tronkar. “Rocaille” / Fabio Fabris
76 | Giancarlo Bononi. La Trinacria e altri miti / Emanuela Zanon
80 | La Badini. ”Talamo” / Francesca Agostinelli

FOTORITRATTO
71 | Scheriani / Fabio Rinaldi
85 | Biba Giacchetti di Sudest57 / Luca Carrà

PRESENTAZIONE
79 | Sabrina Muzi. Essere per la vita / Nikla Cingolani

RUBRICA
81 | P. P.* OsservatorioinOpera / Angelo Bianco
82 | Ho del postporno / Angelo Bianco
84 | Lara Perentin / Serenella Dorigo
86 | Recensione mostre / AAVV
87 | “Alla ricerca dell’arte perduta” / Pino Boresta
93 | El papin: 8zate / Giacomino Pixi
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Dance with Aphrodite

Pais Kalos 10

Pais Kalos 11

Cosa poco comune nel mondo della fotografia, l'artista olandese Brigitte Vincken è una donna che punta il suo obiettivo principalmente su modelli maschili, comprese figure giovanili “dalla pelle bianca come il latte e gli occhi pieni di speranza, e uomini adulti su cui si possono notare i sottili segni della maturità”. La sua attuale mostra presso Impact Hub (via Cavana 14) a Trieste, intitolata Dei & Eroi, presenta 13 recenti fotografie di nudi maschili fatti posare nel suo studio, ed una serie in cui sculture marmoree greche e romane di inestimabile valore sono state trasportate in elicottero per essere poi fotografate nei paesaggi innevati dell'Engadina, tra le Alpi svizzere. Nel lavoro della Vincken, in un battitto di ciglia, forme prima senza vita diventano dinamiche.

“Ero interessata a modificarne la percezione, per vedere le statue da un'altra prospettiva. L'integrità dell'originale va rispettata, stava quindi ai modelli reinterpretarne il contenuto drammatico”

La serie presenta un archivio di contrasti cristallizzati. Il bianco marmo chiazzato di una delle statue si staglia contro il bianco immacolato della neve sullo sfondo. Il busto de Il Pensatore ritrae un uomo anziano, dai lineamenti duri e segnati dal tempo. In una delle sue immagini, Vincken ha posato un velo trasparente attorno al suo volto. D'un colpo il busto diviene femminile e delicato. “Non si può più capire se egli è mortale oppure immortale,” dice la Vincken. “Effimero o eterno.”

Colti nei cangianti raggi del sole, l'intensa luce si riflette anche dalla neve sottostante. Siamo abituati a vedere le statue classiche esibite nelle condizioni statiche di un museo, sotto fari artificiali. In questo progetto, le statue greche e romane acquistano un nuovo senso vitale, reminiscente il mito di Pigmalione, o il racconto di Flaubert su di una statua di Afrodite che prende vita e schiaccia il suo ammiratore. In alcuni video e fotografie, i modelli tengono in mano o cingono le sculture classiche, agendo in maniera opposta alla loro usuale presentazione come opere inavvicinabili in mostra in una galleria d'arte.

La mostra di Trieste comprende un video “making-of” girato da Stefano Cigada, in cui egli registra il processo di trasferimento delle statue via elicottero e la loro installazione sulle distese innevate. Le sculture eroiche di Apollo, Tiberio, un satiro, Afrodite, una Venere parzialmente velata e porzioni frammentarie rappresentanti un torso venato, una spalla muscolosa e le gambe di un guerriero morente della Grecia del V secolo a.C. sono state messe a disposizione dall'apprezzato antiquario svizzero Jean-David Cahn di Basilea.

Nei ritratti di studio della Vincken, i diversi modelli maschili interagiscono con le statue. Il performer giapponese Sai Kijima, delinea lo spazio dietro ad un busto usando il suo corpo per tracciare una serie di ampi archi, trasformandosi in un'atletica ombra danzante. Allo stesso tempo, Kelvin Braam, un deejay e compositore olandese, tiene in mano le sculture di un coniglio e di un gallo. Queste sculture romane venivano tradizionalmente donate come pegni d'amore tra uomini. Contro la pelle scura del modello, diventano ancor più sensuali e carichi di erotismo.

“Se si guarda al Satiro, è iper-mascolino,” aggiunge la Vincken. “È incredibile come più di 2.000 anni fa, lo scultore abbia potuto rendere la pietra così sensuale ed elegante. Sono abituata a lavorare nella moda, con modelli e movimento. Anceh nelle fotografie di Apollo, lavoro con un uomo stupendo, che però si dà il caso sia davvero immobile. Scattando in montagna, il cielo e la luce continuavano a cambiare, quindi ho dovuto semplicemente aspettare che succedesse la giusta magia con le nuvole e il sole. Alla fine, è quasi un oggetto del desiderio”

Con base a Milano ed Amsterdam, Brigitte Vincken è specializzata nella produzione di immagini in bianco e nero, tecniche digitali, moda maschile, ritrattistica e fotografia nautica. Ha scattato ritratti del Dalai Lama, Roberto Cavalli, Lucio Dalla, Larry Ellison, Leonardo Ferragamo e Carlo Riva. Nel campo della moda ha puntato il suo obiettivo su modelli come Bregje Heinen, Leandro Maeder, Nimue Smit, Casey Taylor e Marlon Teixeira, con incarichi editoriali per Condé Nast, Pelican and Hearst. Negli anni '90, Vincken ha frequentato l'Accademia di Fotografia (Fotogram) di Amsterdam, dove ha studiato gli aspetti teorici della fotografia. Non c'è da sorprendersi, la sua tesi finale è stata focalizzata sulla bellezza maschile e l'oggettivazione della forma maschile.

Le ultime serie di fotografie di Brigitte Vincken combinano la naturale bellezza della perfezione anatomica con l'estetica raffinata dell'arte classica. C'è della bellezza nel gesto delicato di una mano che emerge dalle oscurità, adagiata lievemente alla vita di una scultura. Carne contro pietra, e le forme viventi mimano le pose millenarie. Come per l'agire impertinente delle divinità stesse, c'è anche una vena di capriccio e giocosità in queste immagini. “Ma tutto sommato, ho sempre avuto questo debole per la bellezza maschile,” ammette la Vincken con un sorriso