Galleria Michela Rizzo - Palazzo Palumbo Fossati
Venezia
San Marco, 2597 (Fondamenta della Malvasia Vecchia)
041 2413006
WEB
Richard Nonas
dal 13/2/2009 al 19/5/2009
martedi' - sabato 10-12,30 e 15,30-19

Segnalato da

Michela Rizzo




 
calendario eventi  :: 




13/2/2009

Richard Nonas

Galleria Michela Rizzo - Palazzo Palumbo Fossati, Venezia

Se la forma scompare la sua radice e' eterna. Nonas utilizza solo materiali arcaici e grezzi (il ferro, il legno e la pietra) e colori primari (il bianco, il nero, il giallo e il rosso), forme elementari (il rettangolo, il cerchio, la linea, la croce) ma non rigidamente geometriche perche' realizzate con il martello, l'ascia, la sega - i piu' antichi attrezzi dell'uomo.


comunicato stampa

a cura di Laura Mattioli Rossi

La galleria Michela Rizzo presenta dal 14 febbraio al 7 aprile 2009 una mostra personale di Richard Nonas. Nato a New York nel 1936, Nonas si formò come antropologo, lavorando quindi per oltre dieci anni tra gli Inuit del Canada e le tribù indigene del deserto del Messico. Decise di dedicarsi alla scultura a metà degli anni Sessanta ed entrò a far parte del gruppo di giovani che si riunivano in 112 Greene Street con il desiderio di sviluppare nuovi e più autentici linguaggi artistici. Quando il gruppo si sciolse poco prima della morte di Gordon Matta Clarck ( 1978), egli si stabilì nel suo attuale studio a Tribeca e continuò la sua personale, rigorosa ricerca di una forma artistica universale, capace di travalicare le connotazioni geografiche o storiche per qualificarsi come propria dell’essere umano in quanto tale. Le opere di Nonas si pongono al di fuori da ogni riferimento di tipo stilistico , rappresentativo o allegorico, così come gli oggetti delle popolazioni “primitive” con cui egli è vissuto costituiscono realtà portatrici di un significato intrinseco, immutabile nel tempo. Ogni opera di Nonas è “quello che è”, non allude a nessuna realtà altra, non costituisce un linguaggio metaforico. E’ un site specific di se stessa, un assoluto fatto contingente nella eterna attualità del qui ed ora.

Nonas utilizza solo materiali arcaici e grezzi (il ferro, il legno e la pietra) e colori primari (il bianco, il nero, il giallo e il rosso), forme elementari (il rettangolo, il cerchio, la linea, la croce) ma non rigidamente geometriche perché realizzate con il martello, l’ascia, la sega - i più antichi attrezzi dell’uomo. Tutti questi elementi “primari”, in uso in tutti i continenti da decine di millenni, servono a definire sistemi estremamente complessi, cioè caratterizzati da infinite variabili e dalla molteplicità percettiva che li trasforma con il mutare della luce e si adatta alle diverse caratteristiche dello spazio: dentro e fuori, vicino e lontano, aperto o chiuso, piatto o profondo… Nonas ha dentro di sé una intrinseca, chiarissima “misura” dello spazio, rapportato direttamente alla sua persona fisica: come la musica scandisce -e rende percepibile- il tempo con il ritmo, così egli scandisce -e crea- lo spazio con la ripetizione ritmica del segno. Le sue strutture sono come il suono ritmato di un tamburo.

Collocato dalla critica nell’ambito del Minimalismo per il periodo storico in cui iniziò la sua attività, Nonas appare eterodosso rispetto ad alcuni dogmi del movimento, quali l’uso di materiali industriali non lavorati a mano, e più interessato alla realizzazione di installazioni che di oggetti. I suoi “percorsi” nella natura e i suoi interventi permanenti in Austria, Italia, Francia, Spagna e Svezia che ne hanno fatto un esponente di spicco della Land Art. Fotografo, autore di scritti teorici e poetici sulla scultura, disegnatore e scultore, egli è presente in importanti musei quali il Socrates Sculpture Park di New York, il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, il Detroit Museum of Art, l’Art Gallery of Ontario di Toronto, Canada, il Musée de Grenoble in Francia, il Landesmuseum Francisco Caolinum di Linz, Austria, la collezione Vogel a New York, la Collezione Panza di Biumo a Varese, la collezione Ratti a Como.

*Mario Merz, Se la forma scompare la sua radice è eterna, tubi di metallo, rete e neon, 1982, François Pinault Collection.

Inaugurazione 14 febbraio 2009

Galleria Michela Rizzo - Palazzo Palumbo Fossati
San Marco, 2597 - Venezia
Orario: dal martedì al sabato dalle 10:00 alle 12:30 e dalle 15:30 alle 19:00
Ingresso libero

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