Studio Gennai (vecchia sede)
Pisa
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Linguaggi del corpo
dal 15/6/2007 al 13/7/2007

Segnalato da

Studio Gennai




 
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15/6/2007

Linguaggi del corpo

Studio Gennai (vecchia sede), Pisa

Collettiva. Sono presenti 12 artisti di diverse nazionalita' che hanno centrato le proprie poetiche sulla corporeita': alcuni storici come Urs Luthi, Joseph Beuys, Giuseppe Chiari, Bruce Nauman, Hermann Nitsch, Gina Pane, Michelangelo Pistoletto, Arnulf Rainer, insieme ad altri piu' giovani.


comunicato stampa

Collettiva

Jacopo Benassi, Joseph Beuys, Giuseppe Chiari, Urs Lüthi, Bruce Nauman, Hermann Nitsch, Gina Pane, Michelangelo Pistoletto, Arnulf Rainer, Giuliano Sturli, Giovanna Torresin, Ampelio Zappalorto

1. Il corpo come linguaggio, linguaggi del corpo. La scelta del corpo come mezzo di espressione. Il corpo come matrice primaria, primo strumento a portata di mano per conoscersi ed esprimersi, per comunicare e per agire esteticamente; la grande varietà dei suoi linguaggi. 2. Una sperimentazione continua, la sperimentazione per eccellenza. Il "corpo artistico", mutante, contaminato, teso verso un nuovo sentire: Happening, Wiener Aktionismus, Performance Art, Arte comportamentale, Punk e Cyberpunk, Body Art ... corpo postorganico e postumano, tra organico e inorganico.

3. Il corpo (auto)esibizionisticamente, talvolta narcisisticamente, amato-odiato. Una sacralità gestuale rituale e cerimoniale, codificata. 4. <>. 5. Un'idea di arte che si affianca a quella di "opera d'arte totale": opera come espressione della vita stessa... attraverso il corpo, fa della vita il suo campo d'azione. Attraverso la vita, fa del corpo il suo strumento d'azione.

6. Una ricerca non lontana da quella Concettuale, quindi verso una prospettiva di liberazione del linguaggio, inteso come forma dell'azione umana e viceversa. Il linguaggio non è solo semplicemente strumento da utilizzare, ma costituisce anche una forma di comportamento, agisce. 7. Una processualità operativa sempre rigorosa e risoluta, programmata, progettuale. 8. La "nozione di performativo", nel suo potenziale, come consapevolezza intenzionale e costituente; quindi una procedura convenzionale, cioè un atto pubblico e non un'espressione privata della mente.

9. Un'arte che si consegna necessariamente e inevitabilmente ad un pubblico, richiesto per sancire l'evento. Verso un effetto catartico, alla cui base stanno le conoscenze psicoanalitiche. 10. Un'arte crudele e radicale, talvolta sconcertante, estrema, che ha scardinato i canoni estetici classici. E così, il concetto inquietante di distruzione volontaria della propria integrità fisica, nell'immagine ma soprattutto nel corpo, col rischio inevitabile di provocare danni fisici temporanei se non definitivi, attraverso il dolore va verso la morte, quindi verso il "desiderio di vincere la morte".

11. Corpo "specchio di un universo corruttibile, verminoso, putrescente, centro ossessivo di un immaginario tutto rivolto alla speranza della vita ultraterrena". Sangue come celebrazione delle "brame di autopunizione" e delle "ansie di salvazione". 12. Il corpo come vero territorio del confronto e dello scambio, come luogo di ricerca della propria identità, verso la conoscenza e la comprensione. Metafora dell'attuale "miseria sensitiva ed affettiva".

Immagine Jacopo Benassi

Inaugurazione 16 giugno 2007

Studio Gennai
via dell'Occhio,40 - Pisa
Ingresso libero

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