Palazzo Cavour
Torino
via Cavour, 8
011 530690, 011 4322979
WEB
Repertory
dal 5/11/2013 al 11/1/2014
mer-ven 15-19, sab-dom 10-18
011 530690, 011 19744106
WEB
Segnalato da

Paola C. Manfredi




 
calendario eventi  :: 




5/11/2013

Repertory

Palazzo Cavour, Torino

Il progetto espositivo si divide tra scultura, pittura, fotografia, film e installazioni di artisti che condividono un interesse a catturare "cio' che rimane" del corpo fisico, dello spazio architettonico e degli oggetti personali. Nell'ambito della prima edizione di One Torino.


comunicato stampa

a cura di Gary Carrion-Murayari, Curatore, New Museum of Contemporary Art, New York

Repertory è una grande mostra collettiva che riunisce quindici importanti artisti internazionali ponendoli in relazione con la straordinaria architettura barocca di Palazzo Cavour, storico palazzo nel centro di Torino.

La mostra, a cura di Gary Carrion-Murayari, deve il suo titolo al famoso film Repertory di Ian Breakwell del 1973. Si tratta di un film sorprendentemente complesso della durata di 9 minuti. Le sue inquadrature semplici e i cauti movimenti di camera condividono il linguaggio del film strutturalista, ma la sua sceneggiatura suggerisce un’intenzione descrittiva estesa, nella quale la relazione tra gli oggetti e il loro potenziale performativo è messo in evidenza e trasformato. Il film ritrae l’esterno di un teatro di Londra “chiuso a chiave e vuoto”. La telecamera si muove lentamente sulla superficie dell’edificio in un percorso di ripresa fisso e orizzontale, catturando le pareti esterne, le finestre sbarrate, e le uscite chiuse a chiave del teatro, così come i pedoni che di tanto in tanto passano davanti alla telecamera in una macchia indefinita. Durante il film allo spettatore non è mai consentito l’accesso allo spazio interno del teatro – al contrario egli dipende completamente dal narratore scelto da Breakwell per descrivere i dettagli fisici dello spazio riservato agli spettacoli e le possibili situazioni teatrali che esso racchiude.

Il progetto espositivo si divide tra scultura, pittura, fotografia, film e installazioni di artisti storici, quali Ericka Beckmann, Heidi Bucher, David Haxton, Andreas Schulze e di artisti più giovani come Steven Claydon, Isabelle Cornaro, Elad Lassry, Christian Mayer, Arthur Ou, Karthik Pandian, Carmelle Safdie, Erin Shirreff, Sue Tompkins, Andra Ursuta e Andro Wekua.

Con approcci formali diversissimi, tutti gli artisti in mostra condividono un interesse a catturare “ciò che rimane” del corpo fisico, dello spazio architettonico, degli oggetti personali, e a tradurre attraverso le tecniche più disparate le loro storie sociali e personali – storie che apriranno un dialogo unico e inaspettato con Palazzo Cavour e con la struttura, la decorazione e la storia politica e culturale di cui il palazzo è impregnato.

Le opere in mostra incarnano il diverso potenziale degli oggetti e delle superfici che il film di Breakwell descrive. In questo modo, essi esistono come il loro proprio repertorio – una sequenza di proposizioni disposte in maniera lineare attraverso un unico spazio architettonico. Il potenziale è quello delle opere d’arte di assorbire una varietà di storie, ricordi, e idee sulla propria superficie, senza riguardo al fatto che prendano la forma di sculture, dipinti o fotografie. Con l’eccezione dell’artista scozzese Sue Tompkins, le cui performance e testi attivano lo spazio attraverso una riformulazione radicale dei percorsi visivi e ritmici, la maggior parte degli artisti della mostra utilizza un unico linguaggio per costruire il proprio potenziale narrativo. E mentre alcuni artisti, come Steven Claydon, Andra Ursuta e Andro Wekua creano le loro sculture surreali, pervase di memoria psicologica e politica, altri suggeriscono drammatici mondi immaginari nello spazio a due dimensioni della pittura e della fotografia. Ogni artista esposto intraprende una forma di traduzione e trasposizione per accrescere il significato delle sue opere oltre le loro immediate proprietà materiali.

Con il suo stile essenziale e la sua rigida struttura dominante, Repertory rappresenta molto bene il nostro tempo. E come Breakwell, tutti gli artisti di questa mostra mettono in movimento una serie di azioni nelle quali gli oggetti agiscono e interagiscono, e producono nuovi significati.

Immagine: Christian Mayer, Silene (seeds), 2013. Dye Transfer (Cyan/Yellow). Courtesy Galerie Mezzanin, Vienna. Foto: Georg Petermichl

CONTATTI PER LA STAMPA

PCM STUDIO di Paola C. Manfredi
Via Archimede, 6 – 20154 Milano
press@paolamanfredi.com
Paola C. Manfredi – M +39 335 54 55 539 – paola.manfredi@paolamanfredi.com
Francesca Buonfrate – M +39 393 46 95 107 – francesca.buonfrate@paolamanfredi.com

Fondazione Torino Musei
T +39 011 4429523 – F +39 011 4429550
Daniela Matteu – daniela.matteu@fondazionetorinomusei.it
Tanja Gentilini – tanja.gentilini@fondazionetorinomusei.it

Opening 6 novembre, ore 18

Palazzo Cavour
Via Camillo Benso Conte di Cavour, 8 – Torino
Orario: mercoledì-venerdì 15-19, sabato e domenica 10-18.
Ingresso libero e gratuito

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