Voci del porto. Zara non cerca qualcosa che 'sembra', vuole qualcosa che, nell'esser vibrazione materica e armonia strutturale, prenda forma e senso estetico.
Patrizia Zara, che qui ha esordito con il suo stupefacente iperrealismo riscuotendo
ampio consenso, torna con una divagazione, la fotografia. Dico “divagazione” per
dire che Zara non fotografa soggetti da trascrivere in pittura, lei i suoi soggetti
li copia prodigiosamente dal vero e in punta di pennello, ma ora, tramite
l’obiettivo, legge dai muri, dall’acqua, dal suolo, dal cielo ecc., e trascrive in
poesia la fortuita cosmogonia della materia secondo un’opzione che tralascia il
reale e divaga poeticamente nell’Informale.
Qui Zara, distolta dai vincoli di bottega, sceglie e scarta secondo un criterio che
non partecipa del novero dei fotografi, ma rientra nella categoria dei compositori.
Zara non cerca qualcosa che sembra, vuole qualcosa che, nell’esser vibrazione
materica e armonia strutturale, prenda forma e senso estetico, e il gioco non
smentisce l’estro. (Gustavo Bonora)
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Vernissage 6 novembre 2012 ore 18.30
Ex Fabbrica delle bambole
via Dionigi Bussola, 6, Milano
Orari: Lunedì-venerdì dalle ore 15 alle ore 19 Sabato e domenica su appuntamento
Ingresso libero