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Juliet Anno 33 Numero 163 giugno-luglio 2013



Jacopo Prina

Alessia Locatelli

Visioni urbane



Art magazine


SOMMARIO N. 163

Copertina
Ruggero Maggi “Padiglione Tibet” 2013,
ph courtesy Comitato Padiglione Tibet e
Ven. Shatrul Rinpoche Centro Milarepa Torino

REPORTAGE
42 | L’Arte dei Paesi Emergenti
/ Luciano Marucci
56 | Berlino: walk with the artist
/ Valentina Marinone

FOCUS
48 | Padiglione Tibet. 100...
/ Ruggero Maggi
52 | Fiona Tan. Inventory
/ Rosanna Fumai
58 | #Altrove. Darren Bader
/ Maria Cristina Strati
64 | Brendan Cass. Force of Thunder
69 | Magda Starec Tavčar. Fiber art
/ Elisabetta Bacci
79 | Marche Centro D’arte. Expo 2013
/ Nikla Cingolani

INCHIESTA-DIBATTITO
50 | L’Arte della Sopravvivenza. Indagine sull’impegno etico-civile
/ Luciano Marucci

INTERVISTA
54 | English breakfast [10]. Sarah Butler, Director of Urbanwords
/ Matilde Martinetti
62 | Peter Pakesch. Universamuseum Joanneum
/ Roberto Vidali
66 | Francesco Arena. Opera e sguardo
/ Maria Vinella
70 | Hye Yeon Nam. From disabling to creative displacement
/ Leda Cempellin
74 | Marcela Cernadas e Barbara Cortina
/ Chiara Massini
77 | Rosalba Leonardi. Co-scienza “X”
/ Pina Inferrera

RECENSIONE
60 | Del perturbante. Ricardo Cinalli
/ Guia Placeo
68 | Jacopo Prina. Visioni urbane
/ Alessia Locatelli
72 | Gabriella Benedini. Carteggio
/ Anna Comino
73 | Michelangelo Penso. Il mixomiceto
/ Paola Valenti
75 | Palazzo Contemporaneo / Udine
/ Michela Lupieri
78 | Christian Boltanski. “Bewegt”
/ Annibel Cunoldi Attems

PRESENTAZIONE
67 | Progetto Arca. Per un mondo futuro
/ Maria Luisa Trevisan
76 | Eros. Uno sguardo contemporaneo
/ Alessia Locatelli

FOTORITRATTO
71 | Cristina Pasqua
/ Fabio Rinaldi
85 | Tatiana Yasinek
/ Luca Carrà

RUBRICA
80 | Sicilia Mon Amour. Daniele Franzella
/ Martina Di Trapani
81 | P. P.* Barbara Martusciello
/ Angelo Bianco
82 | Ho del museo II
/ Angelo Bianco
83 | Keywords. Creatività e tecnologia
/ Antonella Varesano
84 | Laura Leita
/ Serenella Dorigo

SPRAY
86 | Recensione mostre
/ AAVV
93 | Outsider Insider
/ Pino Boresta
95 | El papin: Elisabetta Bacci
/ Giacomino Pi
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Jacopo Prina, MAPS
acrilici su tela, 2,40x3,60m
courtesy Federico Bianchi Gallery

Jacopo Prina, MAPS
acrilici su tela, 2,40x3,60m
courtesy Federico Bianchi Gallery

Jacopo Prina, MAP grigio2
matita su carta 35x50cm
courtesy Federico Bianchi Gallery

“E così, come uno stregone o un veggente che esamina le sfumature nei fondi di caffè in cerca di rivelazioni, io compongo mappe, oniriche o fantastiche, in cerca di un orientamento o di un segnale che però so di non saper leggere”. (J.Prina)

Federico Bianchi Contemporay Art (via Imbonati 12, Milano | +39.0239549725 info@federicobianchigallery.com) presenta la personale di Jacopo Prina dal titolo “Maps”, un lavoro nuovo e inedito. In mostra delle carte e cinque tele di grandi dimensioni, accumunate dall’uso del colore dai toni “pop”, non nuovi all’artista. Jacopo Prina è un cittadino, nato e cresciuto nella metropoli dallo skyline di palazzi e grattacieli. Il suo sguardo non si perde nella vastità dei campi, bensì urta e rimbalza tra muri e citofoni, tra piantine del metrò e linee dei parcheggi, tra centri commerciali e spazi ortogonali. Elementi dal sapore artificiale che egli sapientemente combina sulla tela.
L’artista stesso, racconta così la genesi della sua produzione:

“Dipingo mappe alla ricerca di una meta che so non esistere. Prendo il pavimento della galleria, la porta il tavolo con gli oggetti sovrastanti. E poi, uscendo, gli incroci, le caselle della posta, le linee della metropolitana e i terminal dell’aeroporto. Poi assemblo tutta questa enorme massa di oggetti su tela, attento a non rompere le strutture identificative di ogni elemento”.

Il piano orizzontale – preparato a monocromo e con campiture di colore uniformi – diviene la superficie su cui Jacopo riporta tutta questa esperienza visiva, frutto di una vita cittadina, facendo molta attenzione a gestire gli equilibri compositivi, soprattutto nelle opere di grandi dimensioni. Il risultato è un lavoro dalle cromie accese e brillanti, in cui attraverso forme e colori è possibile riconoscere – come in una “legenda” visiva – molte componenti di una realtà urbana, filtrata però dall’occhio dell’artista che ne soggettiva i riferimenti.

Queste Mappe non sono, dunque, geograficamente rintracciabili; l’ambito in cui il lavoro si sviluppa non è quello della ricerca di un riferimento diretto con l’ambiente circostante, che potrebbe essere esercitato attraverso la trasposizione in scala degli oggetti. Anzi, dai lavori proposti si evince il contrario: sono tracce di memoria, ricostruzioni intime di percorsi mentali che certo hanno un’oggettivazione in elementi tangibili ma dalla (ri)combinazione del tutto personale. Sono non-luoghi che trovano la loro radice nelle ricerche globalizzate di “Google maps” ma che non conducono a nessun indirizzo preciso, se non alla consapevolezza che i luoghi li identifichiamo noi stessi, con la memoria e i ricordi che ad essi associamo. Così come scrive la curatrice, Francesca Morandi, nel testo di presentazione:

“La contraddizione tra luoghi e non-luoghi vive nei lavori di Jacopo Prina; sono stimolo per cercare noi stessi e dare risposte alle nostre domande”.


ALESSIA LOCATELLI
(Milano, 1977) è critica e curatrice indipendente con un piede nella fotografia e l’altro nell’arte pubblica. Si laurea sul MACBA di Barcellona e ama viaggiare più di ogni cosa. Segue tutto ciò che è sperimentale e fuori dall’ordinario, compresa la danza mediorientale