AI MAGAZINE Anno 6 Numero 58 giugno-luglio 2012
Intervista a Gaia Simionati
I Vernissage sono appuntamenti di grande rilevanza in cui si ritrovano galleristi, critici d’arte, artisti, personaggi del mondo dell’arte e della cultura, dell’imprenditoria, della finanza, e anche dello spettacolo.
Abbiamo provato a cambiare il punto di vista da cui possiamo analizzare questi eventi e per un momento ci siamo concentrati sulle tendenze in corso, per rispondere a una domanda dal tono un po’ vezzoso: “cosa è veramente chic?”
Lasciando da parte i consigli del personal stylist e degli esperti di etichetta, per osservare ciò che va al di là del corretto abbinamento e del bel portamento, ci siamo felicemente imbattuti nei nostri cari amici a quattro zampe (e qui, fortunatamente, ne abbiamo per tutte le taglie).
Pinscher toy, chihuahua, barboncini, maltesi, carlini, pelo lungo, corto, taglia media, piccola o gigante, poco importa. I veri co-protagonisti dell’arte sono loro. Che siano allegri e vivaci, oppure composti ed eleganti, con la loro presenza arricchiscono la serata, donandole un sapore piacevolmente diverso dal solito.
La vera scoperta è stata Rothko, una splendida Jack Russell Terrier, fine amante dell’arte e instancabile compagna di gioco. Riconoscerla è semplice: se trovate una pallina apparentemente incustodita, è la sua. Una sorta di esca che lei utilizza per trovare nuovi amici che la facciano giocare fra un’opera d’arte e l’altra. Si destreggia nelle gallerie con la nonchalance di una vera esperta e, nonostante sembri impegnata a giocare, l’attenzione è rivolta anche alle opere d’arte, se sono degne di catturarne l’interesse. Seguirla è affascinante: si porta la sua pallina, la lascia cadere con studiata noncuranza e poi attende che arrivi qualcuno a raccogliere la sfida che celatamente ha lanciato. Altrimenti, eccola studiare ciò che la circonda: alza il musetto e osserva le opere, gli occhi che scrutano i particolari, le orecchie dritte, la coda che si agita e poi il suo verdetto: se ringhia, l’artista avrà poco di cui essere felice.
E chi potrebbe essere il proprietario di una cagnolina come Rothko, se non un critico d’arte? Se con Rothko possiamo limitarci a descriverne i comportamenti e ad interagire in maniera ludica, con Gaia Simionati, la sua padroncina, critica d’arte, curatrice indipendente e art adviser, abbiamo invece deciso di approfondire il discorso. L’abbiamo seguita nel mese di maggio in una serie di importanti appuntamenti milanesi (la presentazione della Milan Sotheby’s International Realty; il cocktail d’apertura della casa d’aste parigina Artcurial; il vernissage della mostra collettiva di Alfonso Cannavacciuolo, Filippo Ciavoli Cortelli, Pete Keller, alla Galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea) per parlare con lei di arte, investimenti e di qualche aneddoto legato alla simpatica Rothko.
Arte contemporanea o arte classica, quale delle due è attualmente il miglior investimento?
Dipende. Se intendiamo l’investimento economico, ovviamente l’arte contemporanea sta facendo nelle aste risultati record a tal punto che, secondo alcuni, si sfocerà presto in una bolla speculativa, che ne corroderà i guadagni. In realtà, acquisendo giovani artisti si “corre il rischio” di fare il vero investimento. C’è però una seconda occasione, non legata alle economie, ma agli occhi. Un arricchimento culturale, che si basa su un dialogo con la storia, un fil rouge che solo l’appendere in casa grandi maestri del passato può dare. Inoltre l’acquisire opere quando costano poco come quelle dell’antico che è oggi sottovalutato, in realtà suggerirebbe che è il momento adatto di investirci. Spesso si tratta solo di mode ed è quindi conveniente cavalcare l’onda quando è bassa. Per evitare di schiantarsi!
Quali sono gli strumenti e le valutazioni da effettuare per investire correttamente nell’arte?
Innanzitutto si dovrebbe essere mossi dalla curiosità, che è il motore del mondo in tutti i campi, non solo nell’arte. Per chi vuole appassionarsi, si deve poi studiare. E quindi girare nelle fiere internazionali, tra le gallerie, socializzare con critici, collezionisti, artisti e galleristi, fare domande, comprare libri e riviste di settore, navigare tra siti web di valutazioni e risultati vendite. Per chi non ha tempo, identificare consulenti di fiducia.
Come critico e curatore d’arte, quali – tra le varie fiere dell’arte esistenti – sono quelle da tenere maggiormente d’occhio per poter pensare di acquistare qualche opera?
I nuovi mercati d’Oriente come la fiera di Dubai, o quella di Istanbul offrono indubbiamente grandi investimenti, un’ottima qualità di artisti. Poi Londra con Frieze, Parigi con Fiac e Paris Photo, o Basilea sono fiere eleganti, consolidate che sembrano quasi sottrarre il ruolo di leader alla storica Armory Show di New York.
L’asta è un rito affascinante quanto esclusivo, è da esperire in solitudine o in compagnia?
Anche qui la questione è dicotomica. Se si è avidi di guadagni e già preparati, si dovrebbe essere soli per evitare che il vicino alzi la mano e ci faccia concorrenza magari su un’opportunità colta e, stupidamente o ingenuamente condivisa. Ho visto finire delle amicizie di anni per un Fontana. D’altro canto per i neofiti è necessario un art adviser, un consulente o addirittura un portafortuna come al Casino.
Andando per mostre con la cagnolina Rothko non si passa inosservati, può raccontarci un aneddoto?
Prepotente e consapevole Rothko, oltre a fermare maschi carini e collezionisti, invogliandoli a giocare a calcio con lei, tirandoli per i pantaloni e rompendoli, è riuscita ad avere diverse copertine di giornali internazionali, suscitando interesse e articoli. A volte fa la pipì di fronte ai quadri che non ama e che stranamente non amo nemmeno io. Un giorno mentre curavo una mostra a New York è arrivato Richard Gere e ha scelto di girare il suo nuovo film nel mio spazio. Lei è riuscita a entrare bypassando la polizia e, stando in piedi come al circo, l’ha baciato per mezz’ora. Beata lei!