Mostra fotografica a cura di Dominique Stella. ''Isabel Munoz si interroga, in maniera ossessiva, sul ruolo del corpo nella storia delle nostre societa' perche' pensa, sa, che la sensualita', il desiderio, il bisogno di piacere, sono - allo stesso titolo del fascino del potere Â- i veri motori di moltissime esistenze''. Christian Caujolle
Mostra fotografica a cura di Dominique Stella
Isabel Muñoz, membro dell'agenzia VU', è rappresentata da Grazia Neri
in esclusiva per l'Italia
'E' ovvio che la fotografia, nel momento in cui si emancipa dai suoi ambiti
di riferimento  tra cui quello pittorico  mentre sta per festeggiare il
bicentenario della sua invenzione - rivendica la propria autonomia e la
propria peculiarità , si fa carico della propria natura, dei propri
limiti, delle proprie possibilità e delle proprie contraddizioni.
La fotografia illustra  letteralmente  meglio di ogni altra modalità di
rappresentazione, la volontà di potenza dell'uomo che cerca di sostituirsi
ad un eventuale Creatore e diventare un vero e proprio deus ex machina.
Quindi, tutto dipende da colui, da colei che guarda.
Riunire e riassumere vent'anni di lavoro fotografico di Isabel Muñoz
significa, semplicemente, affermare le verità della fotografia  la sua
natura  confrontandole con il punto di vista che le ispira.
Isabel Muñoz ha cercato, per vent'anni, di farci credere di interessarsi
ad alcuni 'temi': il Tango o il Flamenco, e varie altre danze, in ciò che
in esse vi è di più autentico, di meno folkloristico o mediatico, che ci
viene mostrato in una forma di purezza, in cui le pratiche corporee non
siano pervertite dalla mercificazione contemporanea, ma capaci di produrre
energia e bellezza, emozione e forma, coinvolgimento e desiderio.
Isabel Muñoz, infatti, si interroga, in maniera ossessiva, sul ruolo del
corpo nelle nostre società  e nella storia delle nostre società  perché
pensa, sa, che la sensualità , il desiderio, il bisogno di piacere, sono Â
allo stesso titolo del fascino del potere  i veri motori di moltissime
esistenze.
La sua scelta delle varie modalità in cui si presentano i corpi, dallo
spettacolo raffinato allo sport, dalla lotta turca alla corrida, dal
balletto contemporaneo alle pratiche rituali di una tribù etiope, indica
semplicemente la sua volontà di risalire alle origini, a quel momento in
cui il corpo, non ancora assoggettato alle convenzioni sociali, inventa
dei linguaggi che ci parlano del desiderio e della volontà d'amore e,
contemporaneamente, dell'impossibilità di raggiungere questo assoluto.
Isabel Muñoz ha saputo inventare una grammatica visiva che identifica o
rende leggibili queste questioni, che percepiamo confusamente, ma che,
generalmente, ci rifiutiamo di vedere.
Dal rischio estetizzante alla consapevolezza del mondo, che è frutto
della sua esperienza, dall'indagine sulla situazione del corpo nello
spazio fino all'impegno contro lo sfruttamento nel mondo contemporaneo,
Isabel Muñoz affina il proprio stile raffinato, lo declina, lo impone, lo
rivendica e dimostra, una volta ancora, che quando si è trovata la forma
giusta, si è capaci di adattarla e di utilizzarla nelle questioni che ci
interessano, si può 'parlare' di qualunque cosa. Proprio perché è all'opera
una tensione tra etica ed estetica.'
(estratto dal testo di Christian Caujolle, direttore artistico
dell'agenzia e della galleria Vu' di Parigi)
orari: lunedì sabato ore 10-19
chiuso: domenica e festivi
Inaugurazione 26 maggio 2005 alle ore 18,30
Ufficio stampa
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