Debuttato nel maggio del 2000, "Da En Attendant Godot - parte prima" viene ora riproposto dal Teatro Officina per inaugurare la nuova stagione teatrale. Lo spettacolo rappresenta la prima tappa di un progetto di ricerca sul filone del "comico e l’assurdo" che sarà approfondito in primavera con due nuove produzioni del Teatro Officina: "Teatro col cappello" e "Da En Attendant Godot - parte seconda".
Di Samuel Beckett.
Regia di Massimo de Vita.
Debuttato nel maggio del 2000, "Da En Attendant Godot - parte prima" viene ora riproposto dal Teatro Officina per inaugurare la nuova stagione teatrale. Lo spettacolo rappresenta la prima tappa di un progetto di ricerca sul filone del "comico e l’assurdo" che sarà approfondito in primavera con due nuove produzioni del Teatro Officina: "Teatro col cappello" e "Da En Attendant Godot - parte seconda". Quella che qui viene presentata, infatti, è solo la prima parte del testo di Beckett: l’operazione è stata resa possibile dalla particolare struttura circolare dell’opera.
C’è stato forse un tempo (o ci potrà essere un tempo!) in cui Godot si era offerto a noi (o si potrà offrire a noi), ma l’occasione si è persa nella notte dei tempi e non sappiamo se la notizia del suo arrivo fosse sicura. Non c’è nulla di sicuro su questa terra.
Bisogna avere un’energia incredibile per trovare nuove parole, creare nuove situazioni, bisogna darsi una mano tenera e forte per non fermarsi mai a guardare impietriti l’assurdo della vita. "Gogo dammi la replica di tanto in tanto", urla Vladimiro ad Estragone. C’è una libertà disperata e gioiosa da difendere, c’è una autonomia tenera e rissosa da conquistare nel proprio spazio vitale, tanto più eroica (e loro non lo sanno) in quanto non subisce l’attesa inutile o sempre meno credibile dell’arrivo di Godot.
Il "niente da fare" esiste come il cartello di un’ordinanza stabilita da qualcuno in un giorno qualsiasi; ordinanza che viene cancellata o sotterrata dall’agire impetuoso, anarchico dei due clochards. Ogni azione, ogni loro risposta è un gesto di cancellazione di questo dictat; se inestinguibile è la forza di un destino che incombe, inesauribile è la risposta vitale di Estragone e Vladimiro. L'attesa è gesto folle, irrinunciabile di verità e di giustizia, contrario ad ogni consapevole ragionevolezza. Credo lo si possa definire come un’assurda inspiegabile fiducia, nella vita.
Ingresso con tessera associativa: £. 15.000.
Teatro Officina - via S. Elembardo 2 - 20126 Milano - Tel: 02 2553200