Teresa Carreno, fotografa venezuelana. Un reportage che ci racconta la storia di un bambino di strada che non abita nei cosiddetti paesi del sud del mondo ma a Milano, nei dintorni del Castello Sforzesco, sulle panchine dei giardini pubblici.
di TERESA CARREÑO
fotografa venezuelana
Un reportage che ci racconta la storia di un bambino di strada che non abita
nei cosiddetti paesi del sud del mondo ma a Milano, nei dintorni del
Castello Sforzesco, sulle panchine dei giardini pubblici. Bryan e sua madre
Rosa sono arrivati in Italia quest'anno, spinti dall'assenza di prospettive
in Ecuador e con la speranza di trovare un futuro più promettente, ma
purtroppo non sono riusciti a rientrare nei requisiti della
regolarizzazione; nessuno ha voluto assumere una donna con un figlio.
Questowww lavoro vuole fare emergere una riflessione critica sull'attuale
legge Bossi- Fini, che non sempre rende possibile una partecipazione
democratica dei cittadini stranieri alla società italiana.
Una ricerca che centra il suo interesse sulla persona all'interno di un
tessuto sociale 'civilizzato' ma spesso impoverito dall'indifferenza alle
relazioni umane. Un reportage che intende sollecitare un'autentica cultura
di condivisione e responsabilità per il bene comune.
La fotografa venezuelana Teresa Carreño da anni approfondisce ricerche
legate agli immigrati stranieri, credendo in una possibile convivenza
costruttiva in una società multietnica; in questo suo ultimo progetto sempre
sul tema dell' integrazione, l'autrice propone una possibilità in più: oltre
a narrare attraverso le immagini, la fotografa interagisce con i suoi
protagonisti, andando incontro ai loro problemi, coinvolgendo in varie forme
anche la società civile.
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La storia di Bryan
la mostra / un progetto di solidarietÃ
Una mostra fotografica proposta come fatto concreto e collettivo e non solo
come documento di denuncia o comunicazione estetica.
Durante la realizzazione di questo reportage la fotografa ha cercato di
sviluppare una sensibilità capace di spingere non solo i protagonisti del
reportage a reagire, ma stimolando anche solidarietà da parte degli abitanti
della città in cui vivono.
Un'esemplare e drammatica realtà per mostrarci anche una poetica mappa
solidale, che ruota attorno a questa incredibile esperienza sociale.
Il tema della solidarietà , in un'era che porta con sé grandi speranze e
inquietanti interrogativi, vuole offrire uno stimolo affinché la societÃ
'globale'possa vedere la partecipazione dignitosa di tutti i cittadini del
mondo.
Oggi i mass-media e le tecnologie ci permettono conoscenze ampie, ma non ci
offrono altrettante opportunità di scambio tra gli individui che valorizzino
le relazioni umane. L'indagine sulla dimensione sociale e sulle possibili
interazioni propositive che ne scaturiscono sono alla base dell'approccio
fotogiornalistico di Teresa Carreño.
'Ho iniziato otto mesi fa a realizzare questo progetto, spinta
principalmente dalle conseguenze dei cambiamenti mondiali in atto.Una realtÃ
che ha cambiato il mio modo di fotografare, stimolando un nuovo impulso a
concepire il fotogiornalismo riflettendo sulla mia necessità d'interagire
direttamente con i protagonisti di un reportage andando incontro ai
problemi, ai drammi, superando ogni concezione formale assistenzialistica e
sentimentale: intesa invece come responsabilità civile per il bene comune.
Ho cercato di coinvolgere i cittadini del luogo in cui vivo per stimolare
una maggiore solidarietà e scambio tra le persone sensibili al caso,
attraverso incontri di vario genere; ad esempio iscrivendo il bambino a
scuola, trovando lavoro alla madre, organizzando una raccolta di fondi tra
gli abitanti di questa città per acquistare le scarpe ortopediche per Bryan,
che soffre di una malformazione al piede sinistro, trovando infine, grazie
al sostegno di Grazia Neri, una sede per esporre la mostra.
Attualmente il bambino frequenta regolarmente la scuola elementare e grazie
al contributo privato dei cittadini italiani Bryan è riuscito a realizzare
il suo sogno d'inserimento in una scuola di pianoforte a Milano. Bryan e
Rosa sono in questo momento ospitati in una chiesa evangelica, ma rischiano
ogni giorno di essere espulsi dall'Italia.
La mobilitazione continua ¦ sperando di trovare una soluzione alternativa
concreta che risolva al più presto il caso di questo bambino ecuadoriano a
Milano, esemplare per la sua vitalità ed energia comunicativa.'
Teresa Carreño
La mostra verrà inaugurata
giovedì 3 aprile 2003 alle ore 18.00
e rimarrà aperta fino al 16 aprile con i seguenti orari:
da lunedì a venerdì: dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle 18
sabato: dalle 10 alle 12,30 e dalle 15 alle 17
chiuso la domenica ingresso libero
galleria Grazia Neri
via Maroncelli 14, Milano.