Zhang Qui Kai. Il rapporto tra Occidente ed Oriente e' sicuramente una cifra stilistica inscindibile dal lavoro di questo artista cinese. Un Occidente ed un Oriente che cosi' ben caratterizzati nelle loro singolarita' riescono a toccarsi ed a fondersi nell'atto artistico, e nell'opera finita.
a cura di Mauro Bianchini
[Nella stagione espositiva 2002 / 2003 la Galleria Marconi, presenterà un
programma di mostre collettive e personali scelte e curate da Mauro Bianchini,
ideatore del progetto WHITE PROJECT, che mira a selezionare secondo precise
prospettive, le ricerche in evoluzione di artisti scelti tra poli diversi, o che
addirittura sconfinano da ipotesi di settori specifici per introdursi nei
percorsi della cultura contemporanea.
Un progetto che con sguardo libero, attento e tempestivo tenterà di indicare i
casi artistici in sintonia con il presente internazionale.
Gli artisti del programma WHITE PROJECT affrontano quotidianamente le realtÃ
in scompiglio, sollecitati da quei fatti che spesso mutano panorami e abitudini
generazionali.]
Zhang Qui Kai
[ Il rapporto tra Occidente ed Oriente è sicuramente una cifra stilistica
inscindibile dal lavoro di questo artista cinese. Un Occidente ed un Oriente che
così ben caratterizzati nelle loro singolarità riescono a toccarsi ed a fondersi
nell'atto artistico, e nell'opera finita. L'analisi è precisa, definita, si
rivolge alla percezione della natura, al nostro modo di vederla, sentirla,
esperirla, alle iterazioni che ogni giorno stabiliamo con essa.
Mezzogiorno Mezzanotte e Giardino Zen affrontano entrambe il tema della
percezione del tempo, che dall'assolutezza e dalla definizione nella prima opera
si fà rarefatto, e quasi impercettibile nella seconda.
Mezzogiorno Mezzanotte è un installazione giocata interamente sul paradosso.
Un semplicissimo orologio imprigionato in una scatola di piombo riflette il
proprio tempo in uno specchio. Un tempo che scorre al contrario. Un tempo
preciso e difinito, uno scorrere che ci è allo stesso tempo familiare
nell'azione ma distante, tremendamente distante, nella direzione.
Lo stesso gioco del paradosso sottende alla composizione del Giardino Zen in
cui l'immobilità esce dal concetto di eternità . La sabbia, misura del tempo
nella clessidra, sembra essersi privata del fascinoso involucro di vetro, ma
senza essersi fermata, continuando inesorabile la propria corsa verso
l'eternità . I sassi sono scomparsi, lasciando il posto ad un teschio umano e ad
un cervo volante. Un memento mori che brutalmente ci pone di fronte alla nostra
fragilità umana ed un insetto nato prima di noi e che probabilmente ci
sopravviverà .]
inaugurazione domenica 16 febbraio 2003
ore 18
orario: tutti i giorni 17/20 chiuso domenica
PROGRAMMA
[16 Marzo - 2003 - Karin Andersen
13 Aprile - 2003 - Mara Aghem
11 Maggio - 2003 - Marina Bolmini, Lola Marazuela, Sabrina Muzi]
Galleria Marconi di Franco Marconi
C.so Vittorio Emanuele, 70 Cupramarittima (AP)
tel/fax 0735778703