''La pittura di Galvano si pone al di la' del dilemma di figurativo e non-figurativo. La sua e' la ricerca di una immagine che non ha determinazioni dirette o indirette nel mondo esterno'' (G.C. Argan).
mostra e catalogo a cura di Giorgio Barberis, Francesca e Luca Barsi
Per un autore come Galvano non si puo' evitare di riandare immediatamente a quanto espresso , piu' di mezzo secolo addietro, da Argan “ La pittura di Galvano si pone senz’altro al di là del dilemma di figurativo e non- figurativo…la sua è la ricerca di una immagine che non abbia determinazioni dirette o indirette nel mondo esterno…Così la materia , non la forma, diventa mito ed immagine; e materia è il colore, ma anche il segno, la linea , il punto…”. Analisi sacra e, come di prassi, condotta con il giusto anticipo che si deve ad un Grande Critico d' Arte (specie in via di estinzione causa obrobri perennemente in corso).
E, chiaramente, come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata. Nelle opere iniziali potrebbe fraintendersi il tutto , ma nei lavori più recenti ,o della maturita' ricercata e, secondo l'Autore, mai trovata, il segno ,invece di esplicitare un significato, viene come respinto e costretto a deificarsi come sbarra o nastro o anello. Il segno restituisce insomma, un “concetto” di arte,che perciò non può più essere definito come concetto, ma solo come opera. La radice comune della sua pittura e della sua critica è diventata cosi' la distinzione netta tra i concetti di forma e di immagine. L’idea di forma è inseparabile dall’idea di arte come rappresentazione; l’idea di immagine supera il dualismo di oggetto e soggetto, la relatività costante di quod significat e quod significatur; mira a designare un assoluto valore d’esistenza , a sostituire alla rappresentazione un’immediata semantica. La pittura di Galvano si pone pertanto, e senz’altro, al di là del dilemma figurativo e non figurativo che sacrificano l’oggetto alla spazialità , come se questa non fosse ancora forma, anzi la forma per eccellenza..
Cosi'“...risulterebbero nitide la continuità e la coerenza nella produzione dell’allievo (e più tardi studioso) di Casorati, che diviene l’animatore essenziale dell’astrattismo torinese...”(E. Sanguineti). Ma non si puo' non pensare,intanto con autobiografica indiscrezione, a quello che egli ha rappresentato, più largamente , nella cultura della Città della Mole e italiana, con la sua feconda presenza intellettuale. Perche' nelle sue opere, ancora oggi, uno scorrere di immagini riempie lo spazio di “eventi”,e lo fa ai margini di una espansione vitalistica di tipo informale riducendosi a presentazione di una performance in cui segno e colore stanno in mutua relazione e nei quali si ritrova Galvano e tutto quanto il contrario che, da vero maestro, ha saputo trasmettere per non accademizzare i “proseliti” come tentato con lui e come , ancora oggi, molti cercano di fare per consegnarsi, magari senza meriti, ai Posteri.
Giorgio Barberis
Inaugurazione: sabato 29 maggio ore 18
Palazzo Lucerna di Rora' (Museo archeologico)
Via Roma 125 - Bene Vagienna (CN)
orari: sabato, prefestivi e festivi ore 10/13 – 14,30/18,30