Attraversare le contingenze allargando le prospettive

24/04/2015
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Excellence in Public Art

L’International Research Network Meeting è stato organizzato nel novembre 2014 dal College of Fine Arts dell'Università di Shanghai nell'ambito delle attività dell'IPA, Institute for Public Art: ce ne parla Giusy Checola che collabora come consulente e ricercatrice.



Alejanro Haiek and Eleana Cadalso, Calle Longaray, Caracas



Alejandro Haiek, La Nave 01, El Parque Cultural Tiuna El Fuerte, Venezuela




AES+F (Russia), Isa Genzken (Germany), Maider Lopez, (Spain) and Ayse Erkmen (Turkey), 2010. Ottoland, The Netherlands




Elmgreen & Dragset, Memorial for the Homosexual Victims of the Nazi Regime, 2007 Tiergarten (a public park in Germany)



Rei Naito, Ryue Nishizawa, 2012 the island of Teshima, Japan







Josep Pujiula, The Labyrinth and Cabins of Argelaguer, 2011 - ongoing, Spain



Alfredo Jaar, The Geometry of Conscience, 2010. Museum of Memory and Human Rights, Santiago, Chile



Jasmeen Patheja, Talk To Me, 2012 - ongoing, Yelahanka, Bangalore, India



Dawn Weleski and John Rubin, Conflict Kitchen, 2010 - ongoing, Pittsburgh, USA


Intervista a cura di Katia Baraldi

Nel 2011 due riviste dedicate all’arte pubblica, Public Art Review (USA) e Public Art (China) hanno co-fondato l’International Award for Excellence in Public Art sostenuto dall’Università di Shanghai.
Progetto che aspira a diventare un punto di riferimento per l’arte pubblica a livello mondiale. Il premio è stato affidato nella sua organizzazione all’Insitute of Public Art (IPA) una "charitable company" con base ad Hong Kong, i cui membri fondatori sono Lewis Biggs, Jack Becker e Jiangbo Jin.
Alcune informazioni sui membri fondatori: Lewis Biggs è un curatore e consulente culturale inglese, ha ricoperto incarichi di Direttore della Biennale di Liverpool e Direttore della Tate Liverpool; Jack Becker, è fondatore e direttore esecutivo di Forecast Public Art, fondata nel 1978, editore del Public Art Review ed è vicepresidente dell’IPA; Jiangbo Jin è un importante artista cinese, ricopre diversi e rilevanti ruoli istituzionali, membro del comitato del Shanghai Art Design, attualmente è assistente decano del Fine Arts College dell’Università di Shanghai.
L’IPA si muove a livello globale ed è stato costituito per promuovere la ricerca sulle varie specificità dell'arte pubblica, fare network tra i professionisti IPA nel mondo e attirare l'attenzione dei decision makers.

Katia Baraldi: Giusy ci puoi illustrare il tuo ruolo nella collaborazione con l’Insitute of Public Art e raccontarci dell’International Research Network Meeting di novembre? Quali scopi aveva e quali eventualmente sono le ricadute sul premio? Attraverso quale procedura sono scelti i consulenti?

Giusy Checola: Come nel mio caso, credo che anche gli altri consulenti e ricercatori siano stati scelti su invito. Noi ricercatori proveniamo da diversi continenti e differenti sono le nostre professionalità nell'ambito dell'arte pubblica.
Il nostro ruolo è di consulenza, osservazione, segnalazione e ricerca dei progetti che rispondono ai criteri qualitativi di eccellenza, in particolare rispetto alla produzione delle opere e dei progetti (dunque ai materiali utilizzati e al rapporto tra forma e spazio in cui sono collocati) e al loro potenziale trasformativo e sociale, di creazione di nuovi pubblici e nuove forme di condivisione comunitaria.
I progetti selezionati per il premio sono raccolti in un database online in costante crescita, uno strumento a disposizione di tutti per la conoscenza e l'aggiornamento sui progetti di arte pubblica nel mondo.
Il Network Research Meeting di novembre scorso era in pratica un seminario aperto, organizzato affinché noi ricercatori incontrassimo personalmente i promotori, I fondatori e i sostenitori del premio e discutessimo insieme del format, dei criteri e dei metodi di ricerca sviluppati per l’International Award for Public Art (IAPA), che precedono lo step della selezione operata dalla giuria internazionale.
Un altro aspetto importante del seminario è stata la discussione sulla suddivisione «regionale» (intesa come regioni del mondo) considerata dal premio per cercare e «ricercare» i progetti artistici, in particolare, quelli artist-led-place-making, su cui sto lavorando anche nell’ambito del mio dottorato di ricerca.
Altri incontri aperti organizzati da IPA si tengono ogni due anni in occasione delle cerimonie di premiazione dei vincitori di IPAA, in luoghi sempre diversi. Ad esempio quest’anno presso l’Università di Auckland in Nuova Zelanda verrà organizzata una conferenza internazionale intitolata "Cities in a Climate Change: Public Art and Environmental and Social Ecologies”.

K. B.: Quali sono i criteri di selezione che guidano la scelta dei progetti da avviare al premio?

G. C.: A partire dal nome il premio porta in sè il concetto di eccellenza e le sue diverse connotazioni applicate all’arte pubblica. In questo caso l'eccellenza come criterio di selezione riguarda in particolare la produzione del progetto o dell'opera (e dunque i materiali utilizzati, il modo in cui essi ridefiniscono lo spazio e in cui rigenerano il loro rapporto con i cittadini) e il raggiungimento degli obiettivi che l’artista si pone lavorando in un contesto spaziale e sociale specifico, centrati o meno sulla partecipazione ma fondamentalmente afferenti la qualità di vita e degli spazi delle comunità.

K. B.: In un tuo articolo apparso su Domusweb del 21/01/2015 ( 1 ) accennavi che da più di vent’anni l’Università di Shanghai sostiene lo sviluppo dell'arte pubblica, quali sono, secondo te, i motivi che stanno alla base di questo interesse?

G. C.: Quando penso a Shanghai penso alla Modernità, alle sue immagini, ai suoi processi e ai suoi effetti. In occasione del Research Network Meeting ho visto una città in transizione tra i valori culturali e spaziali tradizionali e quelli riconducibili alla modernità occidentale, che implica una forte trasformazione sociale in atto, in cui i progetti di arte pubblica in un certo senso possono svolgere un ruolo di mediazione.
Gli studenti del College of Fine Arts dell'Università di Shanghai ad esempio hanno realizzato diversi progetti di arte pubblica in città, soprattutto negli spazi delle linee della metropolitana, e in aree periferiche e rurali, in collaborazione con le comunità locali.

K. B.: Quindi c'è un'istituzionalizzazione dei progetti d'arte pubblica. Vi sono anche progetti critici su eventuali aspetti negativi di questa trasformazione in atto in città?

G. C.: Non so se "istituzionalizzazione" sia il concetto giusto per definire l'attuale produzione di arte pubblica in Cina, poiché, come scrivevo nel mio articolo, Pechino sostiene già dal 1982 la produzione di sculture urbane e come mi raccontava Zhou Xian, editor di Public Art China, l'amministrazione pubblica di Taiwan dal 1995 ha introdotto The Percent for Art Program, seguita nel 2005 da Taizhou (Zhejiang) dove l’1% del budget totale degli investimenti sulle strutture culturali è destinato a progetti culturali che prevedono la partecipazione del pubblico; infine Shanghai dal 1991 ha varato riforme di liberalizzazione economica dando vita alla commistione tra pubblico e privato che caratterizza oggi la crescita esponenziale di grandi spazi pubblici e privati dedicati all'arte contemporanea e la produzione artistica, inclusa quella pubblica.
Ma il carattere innovativo e potenzialmente trasformativo del lavoro che sta svolgendo il College of Fine Arts dell'Università di Shanghai rispetto alla produzione istituzionale di arte pubblica esistente, consiste a mio avviso nell'investimento e nella volontà non solo di portare opere internazionali nello spazio pubblico e di creare relazioni sempre più intense tra la città e il mondo, ma di lavorare sul place-making, sulla formazione e la ricerca nell'arte pubblica.
Più che di aspetti "negativi" parlerei della complessità che ogni transizione sociale e culturale porta con sé e dei sui potenziali effetti. In questi termini sì, ci sono dei progetti di arte pubblica selezionati in occasione del premio, prodotti in Cina e Hong Kong, che sottolineano gli aspetti critici della tecnologizzazione dell’uomo (di cui è emblema la stretta relazione che spesso ho visto intercorrere tra arte pubblica e tecnologia tra i progetti visionati) e progetti che affrontano temi ambientali sensibili o che agiscono sulla ridefinizione e rigenerazione degli spazi urbani e del paesaggio.

K. B.: Ti ringrazio Giusy per questa interessante conversazione che dà spunto ad altre riflessioni...

(1) http://www.domusweb.it/it/opinioni/2015/01/21/local_remodeling_arte_pubblica_in_cina.html

Per i lettori qualche informazione in più sul premio organizzato dall’IPA.
L’International Award for Excellence in Public Art ha una cadenza biennale, al momento è in via di conclusione la seconda edizione che vedrà la premiazione a luglio 2015. Il premio, prevede un cambio di giuria per ogni edizione, coinvolgendo professionisti riconosciuti a livello internazionale.
Per l'edizione 2015 sono stati invitati: Rhana Devenport, Wang Dawei, Ute Meta Bauer, Jay Pather, Billy Kelley, Jr., Chelsea Haines, Pooja Sood.
La prima edizione nel 2013, con in giuria Jack Becker, Lewis Biggs, Katia Canton, Fulya Erdemci, Yuko Hasegawa, Wang DaWei, ha visto vincere il progetto venezuelano Tiuna el Fuerte Cultural Park di Alejanro Haiek e Eleana Cadalso, un progetto partecipativo a lungo termine a Calle Longaray, Caracas. Attivo dal 2006 il progetto ha occupato un parcheggio abbandonato di 9.000 m2 per creare un parco culturale urbano con il coinvolgimento della comunità, della rete di artisti e delle reti accademiche. Si tratta di un complesso, cresciuto gradualmente, di uffici, aule, spazi di ristoro, spazi verdi e aree sportive. La programmazione nel parco serve a promuovere varie arti e scienze attraverso workshop ed eventi, Il parco è diventato un punto di riferimento in Venezuela e a livello internazionale per i suoi progetti cultuali e per i processi sociali di organizzazione.
Quest'anno la premiazione si svolgerà ad Auckland, in Nuova Zelanda dal 1 al 4 luglio 2015, ospiti di ELAM School of Fine Arts at the National Institute of Creative Arts & Industries (NICAI), all'Università di Auckland in collaborazione con Shandong University Academy of Art. Come diceva Giusy la conferenza che affiancherà la premiazione avrà come titolo "Cities in a Climate of Change, Public Art and Environmental and Social Ecologies”.
Tra gli speakers per ora annunciati vediamo: Owen Hatherley, Mary Jane Jacob e Alejandro Haiek Coll. In concomitanza del congresso il NICAI organizza anche un simposio sul tema “Public Art Studio Teaching”, oltre alla mostra dei 35 progetti selezionati provenienti da tutti I continenti.
Una curiosità: tra i finalisti dell’edizione 2015 si può trovare anche il progetto Conflict Kitchen di Dawn Weleski e John Rubin.
Rubin fu tra i finalisti della seconda edizione nel 2013 del Premio Internazionale di Arte Partecipativa promosso dall’ Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, poi vinta dal collettivo argentino Etctera con il progetto C.R.I.S.I.


Informazioni sul vincitore dell'International Award for Excellence in Public Art 2013

Informazioni sull’ International Research Meeting del 20-22 Novembre 2014

Informazioni sui finalisti dell'International Award for Excellence in Public Art 2015

Informazioni sul congresso e sul simposio 1 - 4 luglio 2015

Articolo di Domus sull’ esperienza di Giusy Checola a Shanghai

Per ricordare il Premio internazionale di Arte Partecipativa:
Informazioni su Jon Rubin

Informazioni sugli Etcetera, vincitori 2° edizione del Premio Internazionale di Arte Partecipativa

L'intervista agli Etcetera, realizzata durante la residenza preparatoria

Katia Baraldi è curatrice d'arte indipendente dal 2007, con una formazione storico-sociale. Il suo lavoro indaga in particolare le relazioni esistenti tra le pratiche artistiche e le dinamiche di sviluppo e trasformazione della società occidentale. Tra gli eventi curati: "Transition. A private matter", Roaming, Praga; "Front of Art. Esperienze di arte pubblica. Il paesaggio e la comunità", Nervesa della Battaglia (TV), il progetto collettivo "Flaktowers", per il progetto d'artista Bateaurouge, di Alejandra Ballon, Usine Kluger, Ginevra / Vienna, "A ciascuno il suo [paesaggio]" Farnespazio@Rocca, Public space= A place for Action, Libano/Italia/ Rep.Ceca. E' co-fondatrice dell'associazione culturale internazionale "Front of Art" e del progetto artistico-curatoriale "Wawe Equation_ pratiche di attivazione".