Attraversare le contingenze allargando le prospettive

17/02/2011
stampa   ::  




Ogni scherzo sale


Ebbene no. Non si tratta del carnevale.
Quando e come il lavoro artistico può divenire pratica sociale? Questo è il tema della quarta edizione della mostra "Open" che presenta 23 opere di giovani artisti, scelte sulla base di 200 proposte ricevute in risposta ad un bando aperto. I lavori selezionati sono esposti al S.a.L.E. di Venezia: non una vetrina, ma un luogo di sperimentazione.
Da Venezia alcuni artisti che partecipano ci hanno spedito una "cartolina" insieme al racconto che segue e hanno chiesto agli altri artisti di fare lo stesso per rilanciare le tematiche proposte nel loro lavoro...




03.02.2011, Dorsoduro 265

Qui c'è già il sole e non c'è bisogno della giacca al pomeriggio.
Si sente già l'aria di quello che potrebbe essere questa giornata, tra calle e fiori. Si prende il vaporetto, c'è fretta di arrivare. San Marco dovrà attendere.
Una strada dritta e silenziosa. Il tragitto di chi una volta andava a prendere il sale.
Se sei residente a Venezia il biglietto cosa un euro, altrimenti direi che puoi anche non farlo. Con 6.50 ho scoperto lo spritz e i cicchetti. Il marocchino non esiste.
Beh, noi avevamo vin brulè e acqua blu (spritz e caffè erano da mangiare). Come fai a raccontare a qualcuno com'è mangiare il caffè col cucchiaino?
Puoi sempre mandare una cartolina. Magari quelle col contorno e tanti collage. Oppure ne scegli una, ma che dica proprio quello che stavi cercando.
E chi è che trova quello che stava cercando? Forse chi non sa cosa stava cercando.
Io ho trovato dei coriandoli prima del tempo.
Per terra all'entrata del vecchio magazzino. Forse sono per entrare. O forse per uscire. Per stare. Alla soglia d'ingresso. Il punto migliore, dove non sai cosa troverai o come te ne andrai. Né passato né futuro.
I coriandoli poi sembrano lì ad avvisare tutti che qualcosa è successo, magari prima del tempo. Ci avviciniamo al carnevale. Qualcuno di voi c'è mai stato al carnevale di Venezia? Io ne ho solo sentito parlare, ne ho solo ricevuto cartoline.
Mi sono ricordato che i panettieri vicino casa mia a Vercelli preparavano il loro costume di carnevale per tutto l'anno per partecipare al carnevale di Venezia. E poi immancabilmente ti mandavano una cartolina. Ma quando ci sono stato da piccolo mi ricordo solo di una colombina che vola dal campanile e poi non si vede più. Se ci torno però ve lo dico.
E' questione di 'preparazione'. Siamo preparati? Qualcuno ha detto "come sempre lo svolgimento è più interessante della soluzione". Preparare da PRAE (avanti) e PARARE (apparecchiare). Apprestare. Disporre una cosa per l'uso a cui è destinata. Si prepara sempre qualcosa per qualcuno, o per qualcosa! Noi apparecchiamo, solitamente.
E' un'abitudine dalla qualità ogni volta diversa, fare qualcosa di semplice e utile. Poi quel che accade dentro sembra sempre un po' più libero. Tanto per quanto possiamo preparare non siamo mai preparati.
Questa volta almeno avevamo il sale [1].
Ecco il sale è proprio cosa utile. Pulisce, si usa anche per tingere, io ad esempio ci ho tinto la pezza per fare la bambola, con il tè e il sale. E poi va bene anche per pulire il naso. E sana le ferite. Ci sono fatti che sono proprio sotto al nostro naso. A Venezia c'è una maschera che si chiama -il medico della peste- e ha un grosso naso per ospitare sali ed erbe per sopravvivere tra gli ammalati.
Io non preparo mai usando il sale, ultimamente uso la salsa di soia da quando Zao, un tipo cinese di Lambrate, mi ha detto che alla fine ha la stessa funzione del sale. Però solo nelle insalate. Nell'acqua della pasta non so cosa succederebbe se usassi la salsa di soia al posto del sale, forse sn troppo italiano per farlo. Ma nelle insalate m piace un sacco.
Questo ha a che fare col 'sale in zucca'. Esiste perché ha senso. Comunque la salsa di soia in Italia costa il triplo che da Zao (in Cina, immagino). Fanno degli involtini di zucca buonissimi. Non vi è venuta fame?
La zucca ha dentro tanta acqua, è difficile trovarci del sale, chi invece ha sale in zucca si dice abbia un po' di cervello in tutta quell'acqua. Perciò il sale sta per il cervello. Comunque se non è zuppa, è pan bagnato.
Preparare la zucca prevede molta pazienza; tutto ruota intorno a quanto vuoi spendere: esistono porzioni di zucca già tagliata e sbucciata preconfezionate. Chiaro, il prezzo è molto più salato. Però se la compri intera devi farla bollire un po' x ammorbidirne la scorza, sai quanta acqua!
Bisognerebbe riutilizzarla dopo per farsi il bagno.
O forse c'è un'alternativa all'acqua per ammorbidire le teste dure.
Forse si. Avete mai visto il film Water di Deepa Mehta? In India lavarsi (forse anche le teste dure) è pratica sociale. O comunque è pratica.

(Pierfabrizio Paradiso, Viola Marongiu, Andrea Ferri)


(1) L'arte non ha il dovere di rappresentare. L'arte è un elemento della nostra società, un elemento che acquisisce sempre più centralità. Noi a Venezia lo vediamo molto bene, in quanto città che ha un fortissimo investimento sull'arte contemporanea - non un investimento che parla di un dettaglio, un investimento marginale - un investimento che muove soldi, che cambia la fisionomia della città, che porta nuovi cittadini, sotto forma di studenti o artisti da tutto il mondo. Questo ha anche un lato oscuro molto pronunciato; maggiori investimenti sull'arte contemporanea, l'apertura di Musei e fondazioni ad esempio, rendono ancora più forte la speculazione immobiliare che già a Venezia è asprissima; aumentano i processi di cosiddetta “gentrification” in una città in cui non c'è quasi più nulla da gentrificare.
Noi, spazio autogestito all'interno di questa situazione; per il solo fatto di esistere, credo abbia una valenza di alternativa, di laboratorio alternativo, di resistenza in un senso che è immediatamente progettuale, perchè resistiamo facendo cose (mostre, pubblicazioni, manifestazioni, inchieste sul precariato culturale ecc.). Possiamo essere soddisfatti, ma il S.a.L.E. è un progetto che richiede ulteriore sviluppo.
(Marco Baravalle)




Post.cards

Rettangolare, da 31⁄2 pollici (88.9 mm) di altezza × 5 pollici (127 mm) di lunghezza × 0.007 pollici (0.178 mm) di spessore e non più di 41⁄4 pollici (108 mm) di altezza × 6 pollici (152.4 mm) di lunghezza × 0.016 pollici (0.406 mm) di spessore.
Le Cartoline sono un modo economico per inviare immediatamente un messaggio o un saluto a qualcuno. Quando la cartolina viene pescata dalla buca, ecco subito davanti a noi il messaggio, senza nessuna busta da aprire!
Un POST card, in informatica, è uno strumento di diagnosi che riporta i codici di errore prodotti da un Post, Sono impiegati dai tecnici per localizzare e riparare i guasti nei computer che si rifiutano di riavviarsi.


Una cartolina può trasmettere una sensazione immediata per raccontare a qualcuno lontano cosa ci sta succedendo: ricordarsi di qualcuno, desiderare che questi comprenda il più possibile nella maniera più fedele la nostra esperienza, indi passare anche ore davanti a un espositore che gira alla ricerca di quella fedeltà.

Ne abbiamo mandata una ad UnDo.net.
E abbiamo chiesto agli altri artisti di Open#3 di mandarcene una da Venezia che rilanci nuovamente le tematiche proposte del loro lavoro senza bisogno di scartare nessuna busta.

Ecco le prime immagini arrivate...




APPROFONDIMENTI

La mostra Open #3
3 febbraio - 3 aprile 2011
Dorsoduro, 265 (Punta della Dogana) - Venezia

Il sito del S.a.L.E. Docks