Casa della corte - Museo civico
Agerola (NA)
via Roma (piazza Unita' d'Italia)

Di Guida-Vargas
dal 19/9/2014 al 19/9/2014
081 8791030

Segnalato da

Giuseppe di Guida



approfondimenti

Di Guida-Vargas



 
calendario eventi  :: 




19/9/2014

Di Guida-Vargas

Casa della corte - Museo civico , Agerola (NA)

Addestramento degli asini. L'immagine, riproduce un asino e la descrizione per il loro addestramento. Per gli artisti, questa e' l'immagine metaforica della condizione di esistenza dell'uomo moderno.


comunicato stampa

Addestramento degli asini è il titolo della mostra del duo Di Guida-Vargas alla Casa della Corte - Museo civico di Agerola (NA).
Saranno esposti disegni,fotografie,installazioni e video.

L'inaugurazione è prevista per il 20 settembre 2014 alle ore 17,30. La mostra resterà aperta fino al 15 ottobre.
Il titolo della mostra è tratto da un'opera che riproduce un banner pubblicitario di una ditta di addestramento degli gli asini. L'immagine, riproduce un asino e la descrizione per il loro addestramento. Per gli artisti, questa è l'immagine metaforica della condizione di esistenza dell'uomo, addestrato e controllato, totalmente organizzato, nell'attuale mondo capitalistico.

PERCHE' ADDESTRARE UN ASINO
Se un asino deve vivere in libertà non è necessario addestrarlo. Ma, se deve lavorare (a basto, a calesse, a sella, ecc.), bisognerà insegnargli il “mestiere”. È un luogo comune il fatto che un asino, dato il suo carattere docile, buono, calmo e mansueto, sia disposto naturalmente ad eseguire ciò che gli viene chiesto; in realtà gli va insegnato tutto: dall’accettare di farsi mettere la cavezza, ad essere spazzolato, legato, maneggiato, portato a lunghina ecc…

FARE AMICIZIA
La prima e più importante considerazione quando, ci apprestiamo ad entrare in relazione con un asino è che abbiamo a che fare con una preda, nei confronti della quale noi siamo predatori ( così loro ci percepiscono), quindi è molto importante che il nostro atteggiamento comunichi amicizia, dolcezza, delicatezza e pazienza; movimenti lenti, bassa voce, avvicinamento lento, mai diretto. Quando l’animale ci percepirà come un amico, possiamo cominciare ad accarezzarlo, mettergli cavezza e lunghina, standogli semplicemente vicino, assecondando i suoi movimenti senza forzarlo a camminare né tanto meno legarlo. Possiamo pian piano abituarlo alla spazzola e a farsi toccare dappertutto. È importante fermarsi quando non vuole essere toccato ulteriormente. Bisogna conquistare la sua fiducia finché non accetterà anche di farsi prendere i piedi, cosa importantissima per il taglio e la pulizia delle unghie (per una preda è una gran prova di fiducia). L’asino non va stressato né forzato ed è meglio maneggiarlo spesso ma per poco tempo alla volta in modo che si abitui lentamente a noi e cresca un rapporto di fiducia reciproca. Ci vuole anche rispetto reciproco ed è importante essere pronti a sgridarlo quando si comporta male con noi (un morsino o un calcio). A questo punto possiamo insegnargli a stare legato, all’inizio per pochi minuti e via via per tempi più lunghi. Tutto ciò si può fare già dai primi giorni di vita. Più tardi, ad un anno e mezzo, cominceremo il vero addestramento, l’asino sarà già ben disposto a seguire le nostre istruzioni.

LAVORO IN SICUREZZA
Non dimentichiamoci mai che l’asino in natura è una preda e può impaurirsi di fronte a situazioni nuove e impreviste; a volte basta un ombra o un vestito troppo colorato o qualcosa di nuovo lungo il suo cammino. La reazione istintiva dell’animale è rappresentata in genere da uno scarto repentino, si può impuntare o addirittura scalciare se il pericolo viene da dietro. Per evitare che ciò avvenga, durante l'addestramento, bisogna abituare i nostri asini ad affrontare senza paura le situazioni più disparate. Con l’età e l’esperienza l’asino diventa sempre più coraggioso, ma se abbiamo a che fare con animali giovani è importante mettere alla prova la loro affidabilità prima di coinvolgerli nel lavoro. L’ASINO NON DEVE SCALCIARE, NE’

MORDERE
Come fare ad insegnare ai nostri animali a non scalciare e a non ribellarsi? Dobbiamo simulare artificialmente tutte le azioni che possono innescare la reazione del calcio: arrivargli dietro di corsa prendergli la coda, toccargli all’improvviso i posteriori, far cadere oggetti dietro le zampe posteriori, fra le zampe e di lato. Gli asini non reagiscono tutti allo stesso modo; ci sono animali che non accennano neanche ad alzare una gamba, magari scartando solo lateralmente. Ma se dovesse succedere che il nostro asino reagisca con una pedata, va sgridato energicamente e subito gli va reso un deciso colpo con il collo del piede nella zona dove passa il sottopancia. Nel giro di 3-4 volte avrà imparato la lezione. Se l’asino ha il vizio di dare pizzicotti o morsi, è indispensabile, quando ciò succede, dargli subito una sberla sul muso rimproverandolo energicamente. Ben presto smetterà.

ABITUIAMO I NOSTRI ASINI ALL’IMPREVISTO
Le situazioni che potrebbero spaventare l’asino le possiamo ricreare artificialmente in uno spazio chiuso e piano (maneggio e tondino) in modo che l’animale si abitui. Si può stendere a terra un pezzo di moquette colorata in modo che ci passi sopra. Attaccare palloncini e nastri colorati lungo la staccionata o panni colorati che si muovono al vento. Creare delle pozze artificiali dove siano costretti a passare per bere o per mangiare. Creare strettoie e tunnel attraverso i quali devono passare. Per abituarli ai sacchetti di plastica possiamo portar loro il fieno in sacchi della spazzatura, agitandoli davanti a loro, mettere in moto una motosega, oppure accendere uno stereo a tutto volume, suonare il clacson ecc…

LAVORARE IN PIAZZE O FIERE
Se abbiamo intenzione di far lavorare i nostri asini in piazze o città o paesi, dobbiamo portarli almeno 2-3 volte nel paese più vicino in modo che prendano confidenza con l’asfalto, le strisce pedonali, le macchine che passano le griglie, ecc... Per trasportarli con il trailer o van, dobbiamo prima insegnar loro a salirci sopra. Poiché l'asino come tutte le prede è un animale claustrofobico, come fare? Il modo migliore è quello di posizionare il trailer nel recinto dove stanno gli asini e dargli da mangiare al suo interno. Gli animali cominceranno presto a considerare lo spazio ristretto del trailer come un luogo sicuro e confortevole. IMPORTANTE: quando si trasportano gli animali è bene lasciarli liberi all'interno del mezzo, si stresseranno molto meno.

INSEGNAMO ALL’ASINO A CAMMINARE CON NOI
Per prima cosa dobbiamo costruire una testiera perché l’asino, per quanto buono e docile, metterà in atto delle strategie di rifiuto perché all’inizio non capisce bene quello che gli stiamo chiedendo e poi perché non ha tanta voglia di “lavorare". La sola cavezza è troppo leggera per l’addestramento, meglio sono le testiere da mulo adatte anche agli asini. La testiera è munita di una catena imbottita sopra al naso che termina con due anelli ai lati della bocca ai quali vengono fermate due catenelle di 15-20 cm., non troppo sottili. Queste catenelle partono da un anello e, passando sotto la bazza, escono dall’altro anello incrociandosi. Alla fine delle catenelle possiamo attaccarci una lunghina o 2 redini o guide lunghe a seconda se lavoriamo dal davanti o da dietro.

VANTAGGI DELLA TESTIERA CON LE CATENE
Con la testiera gli animali sono meno stressati perché non hanno nessun ferro in bocca. Possono mangiare l’erba nei momenti di sosta senza impedimenti. Tale testiera è adatta sia per condurre l’asino dal davanti sia per guidarlo da dietro (sella e attacchi). È veloce da mettere e da levare perché non ha né sottogola né frontalino. Ben presto l’asino saprà che quando gli si mette la testiera dovrà lavorare e sarà più ubbidiente ma è tutt’altro che scontato che sia disposto a camminare dietro di noi. La cosa peggiore che potremmo fare sarebbe quella di cominciare a tirarlo guardandolo negli occhi (lo sguardo è una pressione che non lo aiuta certo a camminare). In realtà all’inizio l’asino non si sognerà proprio di seguirci ed allora torna utile l’osservazione di come la mamma guida il puledro: se ci posizioniamo di lato all’asino (accanto al posteriore) e con una mano teniamo la lunghina corta e lenta davanti alla testa e con l’altra lo tocchiamo appena con un frustino dal di dietro, l’asino si metterà in moto e pia pianino e con molta pazienza capirà cosa gli stiamo chiedendo. Ci vorrà poco per convincerlo poi a seguirci anche quando gli stiamo davanti. Non bisogna fare troppa pressione sulle catene e non forzarlo troppo, si deve lavorare spesso e per poco tempo. Se l’asino si ferma facciamo una leggera pressione sulle catene ma non appena accenna a muoversi allentiamo subito la pressione in modo che l’asino capisca che camminando fa la cosa giusta. Quando l’asino comincia a darci retta lo fermiamo ogni tanto e lo accarezziamo. All’inizio maneggiamo l’asino nei luoghi a lui familiari, poi cominceremo ad allontanarci ed affrontare situazioni nuove: griglie, sacchetti di plastica, strisce pedonali, biciclette pozze d’acqua, ecc… Quando l’asino comincia a darci retta, a venirci dietro, fermarsi, stare legato, possiamo cominciare a portarlo fuori con una sella o un basto per abituarlo alla cinghia del sottopancia e ad avere un piccolo peso addosso. Bisogna aspettare 3 anni prima di cominciare a cavalcarlo, con poco peso all’inizio e aumentando via via. Quando si vedono asini con la schiena imbarcata, significa che sono stati caricati troppo presto, quando lo sviluppo dell’ossatura non era ancora completo.

ADDESTRAMENTO A GUIDE LUNGHE PER ATTACCHI E SELLA
Per guidare una asino da dietro, a guide lunghe, abbiamo bisogno di un supporto che regga le redini perché queste non vadano a terra ai lati dell’asino. A tale scopo possiamo usare una sella , un basto, un sellino da attacchi o un semplice fascione di facile costruzione: in pratica si tratta di una cinghia di diverso materiale (cuoio, tela, nastro da pompiere, cinghie per avvolgibili) abbastanza lunga da cingere l’asino , con una fibbia per stringerla lateralmente. Su questa cinghia, all’altezza delle spalle, vanno applicati due anelli che permettano il passaggio e lo scorrimento delle redini (o di una corda) che partendo dalla testiera (dal finale delle due catenelle incrociate) terminano dietro l’asino. Se vogliamo usare una sella o un basto, dobbiamo avere sempre due anelli o studiare un accorgimento che abbia la stessa funzione (es. due cinghie ripiegate ad anello). Una volta preparato l’asino: testiera, fascione, guide lunghe, possiamo cominciare l’addestramento. Le prime volte è meglio essere in due: uno davanti, con una lunghina attaccata ad un anello della testiera, per condurre l’asino finche questo non ha imparato i comandi da dietro, e uno dietro che impartisce i comandi. L’asino all’inizio tende a girare su se stesso ed è quindi importante che chi sta dietro rimanga molto vicino al posteriore assecondando tutti i movimenti dell’animale. Le redini vanno tenute leggere, ma sempre a contatto con la testiera (le catenelle sono leggermente tirate). Quando si vuole girare a destra, si tira leggermente la redine destra, allentando contemporaneamente quella sinistra (la mano sinistra si muove in avanti). Appena l'animale gira si riportano le redini nella posizione iniziale. Lo stesso vale per girare a sinistra. Per fermarsi, specialmente le prime volte, le redini vanno tirate con decisione, ancora meglio alternando velocemente destra e sinistra fino a che l’asino non si ferma e accompagnando l’azione con un richiamo vocale. Appena si ferma, si allenta subito la pressione e si accarezza l’asino. Quando l’asino comincia un po’ a rispondere (destra, sinistra, fermo) chi lo conduce a lunghina può allontanarsi e posizionarsi lateralmente. Dopo due – tre sessioni, mentre l’asino è in lavoro, possiamo sganciare la lunghina e continuare l’addestramento solo da dietro. È sempre meglio continuare l’addestramento in un luogo piano e recintato (rettangolo o tondino) per poi cominciare ad uscire in campagna. Un’altra cosa importante da insegnare all’asino è quella di stare fermo con la lunghina a terra. Infatti quando lo andremo ad attaccare al calesse o alla carrozza ecc…, a maggior ragione per gli attacchi multipli, tutte le operazioni risulteranno più semplici se effettuate lontano da palizzate, pali o altri luoghi dove siamo soliti legare l’asino. Perché impari a stare fermo senza essere legato, è bene fare tutte le operazioni preliminari: spazzolarlo, vestirlo, controllare gli zoccoli ecc… con la lunghina a terra, pestandola con il piede nel caso che l’asino si muova. Terminata questa fase di addestramento l’asino è pronto per imparare ad essere guidato da sella o per essere attaccato ad un calesse.

ADDESTRAMENTO AL CALESSE
Quando il nostro asino sarà sufficientemente bravo nell’eseguire i comandi a guide lunghe, possiamo passare all’addestramento al calesse e a sella. All’età di due anni e mezzo possiamo già attaccare un calesse leggero all’asino, mentre occorre aspettare i tre anni prima di cominciare a mettere pesi sulla sua schiena. Le stanghe del calesse non forzano sulla schiena più di tanto perché il calesse è bilanciato e l’animale tira di petto. Sarà bene cominciare con un calesse leggero preferibilmente dotato di freni, in uno spazio piano, recintato e sufficientemente grande da permettere di curvare agevolmente senza che le stanghe forzino sul fianco dell’asino . E’ indispensabile la presenza di due operatori. Il primo passo consiste nel far familiarizzare l’asino con questo nuovo oggetto; a tal fine conduciamo l’asino nel ring dove dovrà lavorare e dove avremo già portato il calesse. Lasciamo che lo guardi, lo annusi e ci cammini intorno. Poi, mentre un operatore tiene l’asino, l’altro dovrà far muovere il calesse intorno all’animale in modo che quest’ultimo si abitui al fatto che si muove e soprattutto al rumore che produce muovendosi. All’inizio l’asino sarà sospettoso e guardingo, ma in genere familiarizza piuttosto velocemente ed in breve tempo non ne avrà più paura. A questo punto siamo pronti per attaccarlo al calesse. Mettiamo i finimenti all’asino: pagnotta (o sellino), sottocoda e pettorale con le tirelle. Le tirelle devono passare nei due anelli delle stanghe ed essere assicurate al bilancino del calesse in modo che il pettorale sia a contatto con il petto, né troppo tirate, né troppo lente. Per controllare se sono state regolate correttamente bisogna osservare il movimento del bilancino con l’asino in movimento, assicurandosi che questi lavori al ritmo del movimento dell’asino.

La brachetta (o imbraca) sarà necessaria qualora dovessimo affrontare delle discese, ma in piano non è necessaria. Sottolineiamo il fatto che anche per l’attacco, come per tutte le altre attività che svolgiamo con l’asino, usiamo sempre la stessa testiera da lavoro (niente morso né paraocchi per gli attacchi). Le prime volte che attacchiamo l’asino al calesse, è necessario essere in due: uno terrà l’asino dal davanti mentre l’altro eseguirà tutte le operazioni di attacco. Per ultime metteremo le redini ,assicurandole agli ultimi anelli delle catene della testiera, che devono essere sufficientemente lunghe per poter guidare l’asino da dietro. Quando l’asino comincerà a muovere i primi passi trainando il calesse, può darsi che sia un po’ spaventato. Bisogna continuare a condurlo dal davanti per rassicurarlo e per fargli rispettare la traiettoria con una corda assicurata ad un anello della testiera: al sinistro se si gira a sinistra, al destro se si gira a destra. Quando l’asino si sarà tranquillizzato e comincerà ad eseguire correttamente i comandi da dietro, l’operatore che lo conduce dal davanti potrà spostarsi di lato e via via allontanarsi dall’animale, dandogli sempre più corda. A questo punto il guidatore può salire sul calesse e continuare a guidare l’asino al passo (sempre assicurato con la corda lunga all’altro operatore). Prima di spronarlo al trotto dobbiamo assicurarci che l’asino sia tranquillo ed esegua perfettamente i comandi al passo (partire, fermarsi, girare e destra e a sinistra). Per far partire l’asino al passo possiamo toccargli la groppa con le redini, ma è meglio munirsi di un frustino lungo e toccarlo con quello. Per farlo partire al trotto va toccato con più insistenza accompagnando tale comando con la voce. A questo punto è solo questione di allenamento.

ADDESTRAMENTO A SELLA
Le selle sono di vari tipi: sella inglese, americana, militare ecc… Essenziale è l’uso del sottocoda perché l’asino ha il garrese poco pronunciato e la sella, senza sottocoda, specialmente in discesa, tenderebbe a scivolare in avanti allentandosi e piegandosi di lato. Le selle americane sono fornite di due sottopancia: il posteriore serve solo a far sì che la sella non si alzi. Per l’asino il suo uso è superfluo perche la sua funzione viene assolta dal sottocoda. METTIAMO LA SELLA PER LA PRIMA VOLTA E’importante pulire bene l'asino soprattutto nella zona dove stringeremo il sottopancia, eventuali residui di sporco possono provocare delle fiaccature, sbucciature o vesciche. Quindi puliamo gli zoccoli. Posizioniamo il sottosella dopo averglielo fatto vedere e annusare; questo va fatto scivolare nel senso del pelo fino a coprire il garrese. Poi prendiamo la sella, la facciamo vedere e annusare all’asino e la poggiamo sul sottosella che deve uscire almeno di due dita dalle due estremità della sella. Fatto questo è importante sollevare l’estremità anteriore del sottosella, fino a fargli toccare l’arcione, allontanandolo dal garrese perché al momento di stringere la sella non lo comprima. Adesso possiamo stringere la cinghia del sottopancia dopo aver fatto camminare un po’ l’asino. Per ultimo mettiamo il sottocoda, operazione molto delicata, perché l’asino quando gli prendiamo la coda tende a irrigidirsi. Per questo va abituato precedentemente simulando gli stessi movimenti. Il sottocoda non deve essere né troppo tirato né troppo lento, ma a contatto con l’attaccatura della coda. ABITUIAMO L’ASINO AL PESO
Se il nostro asino non ha mai portato pesi sul dorso, anche se perfettamente addestrato al calesse, si troverà in difficoltà sentendo per la prima volta del peso. Il suo modo di camminare dovrà adeguarsi di conseguenza, per questo abituiamolo pian piano a pesi sempre maggiori prima di salirgli in sella.

SALIRE IN SELLA
Quando l’asino ha imparato a camminare con il peso addosso, possiamo montarci sopra. Le prime volte bisogna essere in due: meglio se qualcuno fa forza sulla staffa opposta mentre ci issiamo su, per bilanciare il peso. L’asino all’inizio potrebbe bruscamente scartare di lato o sgroppare. Quindi, è più prudente che ci sia qualcuno di fianco che tiene una lunghina attaccata ad un anello laterale della testiera. La presenza di una persona vicino all’asino è importante finche l’asino non ha appreso i comandi delle gambe e delle guide. Quando l’asino comincia ad assecondare il cavaliere, si può sganciare la lunghina. Per l’addestramento a sella si consiglia l’uso del frustino poiché l’asino è un animale piuttosto pigro; il frustino è quasi indispensabile per spronarlo al trotto. Va usato in modo leggero per rinforzare i comandi dati con le gambe. Si consiglia di lavorare molto al passo prima di passare al trotto.
Alla fine di questo processo l’asino è pronto per fare il mestiere di asino.

Inaugurazione 20 settembre ore 17.30

Casa della corte - Museo civico
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ingresso libero

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