Galleria fotografica Luigi Ghirri
Caltagirone (CT)
via Duomo, 11
334 3358978 FAX
WEB
La vita di Pio La Torre
dal 28/10/2011 al 26/11/2011
lun-dom. 9.30 -12.30, 16 -19

Segnalato da

Galleria fotografica Luigi Ghirri




 
calendario eventi  :: 




28/10/2011

La vita di Pio La Torre

Galleria fotografica Luigi Ghirri, Caltagirone (CT)

Una Sicilia neorealista declinata nel bianco e nero. Immagini raccolte e presentate in un formato utile alla comprensione dell'uomo, del politico, del suo impegno e del suo tempo.


comunicato stampa

La Galleria Fotografica Luigi Ghirri di Caltagirone CT, ciclicamente si confronta con la memoria e con le sue tracce fotografiche.

L’occasione offerta dal Centro Studi Pio La Torre di Palermo – ospitare questa mostra di immagini raccolte e presentate in un formato utile alla comprensione dell’uomo, del politico, del suo impegno e del suo tempo – ci ammalia e conquista per la forza evocativa delle istantanee catturate dai fotoreporter autori degli scatti, una forza sotterranea e silente, quasi subliminale, tale da riuscire a dare forma e voce ai flashback di anni importanti della storia italiana e siciliana, quelli nei quali si delinea la parabola umana del politico siciliano.

In fondo gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta non sono poi così lontani come la Sicilia, che ha visto l’epilogo tragico della vita impegnata di Pio LA TORRE, resta la stessa isola continente dalla quale nasce e vibra la volontà di coltivarne la memoria: pur tanto vicine nel tempo e nello spazio queste fotografie hanno ormai guadagnato la giusta distanza – perlomeno una parte consistente – tale che il tempo e la storia, come in un processo laico di catarsi, hanno mondato parzialmente la pesantezza di fatti tanto tragici quanto attuali.

Attuale resta il presente della lotta all’illegalità diffusa, alla violenza e alla prepotenza mafiosa e attuale resta l’arcaicità, quasi antropologica, di tanto stoicismo siciliano. Attuale è il consumo dissennato e insensato della memoria, una memoria sempre più volatile, alla quale non basta la tecnologia più sofisticata a garantire un processo maturo di acquisizione e comprensione dei fatti, del loro significato e della portata che può avere la loro eredità: il nostro rapporto col passato, anche recente, assume sempre più i connotati di un ripescaggio di superficie, un surfing parossistico che non lascia il tempo alla memoria stessa di sedimentare.

Solo le immagini, una volta divenute icone, sembrano sottrarsi al processo e contro l’oblio inarrestabile del tempo, e quello inesorabile da overdose digitale, forte appare la necessità di recuperare i testi visivi, anche non datati, per comprendere questo presente tanto difficile, inquietante e complesso.

Le fotografie della vita di Pio LA TORRE, della sua crescita in una Sicilia neorealista declinata nel bianco e nero, asciutto e brutale dei fotoreporter, della lotta per le terre, dell’impegno politico con la storica iniziativa di legge per sfinire lo strapotere mafioso, delle sue battaglie e poi della morte tragica, precoce e spaventosa condivisa con un uomo, Rosario DI SALVO, la cui vita corre parallela verso il più spaventoso finale di morte – l’agguato mafioso del 30 aprile 1982 – queste istantanee meritano una trasfigurazione, ne ambiscono.
Apriamo gli archivi, liberiamo le fotografie, seminiamo icone nel vento.
Lo chiedono le immagini, lo esige la speranza, lo merita la società.

Sebastiano FAVITTA e Attilio GERBINO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI

Caltagirone, ottobre 2011

Tra storia e memoria, per non dimenticare

I ragazzi hanno il tempo che li tiene in ostaggio,
ma da oggi han deciso di farsi coraggio
perché non ci sia un'altra strage di maggio,
per uscire ci vuole cultura e coraggio
cultura di pace, coraggio di guerra,
il coraggio di vivere su questa terra
e di vincere qui questa nostra battaglia,
perché quando nel mondo si parli d'Italia
non si dica soltanto la mafia, i mafiosi,
perché oggi è per questo che siamo famosi,
ma l'Italia è anche un'altra,
la gente lo grida:
i ragazzi son pronti per vincere la sfida.
JOVANOTTI, Cuore, 1992

“Il patrimonio lasciato da Pio La Torre […] appartiene a tutti i lavoratori, alla gente onesta, a tutti quelli che lottano e operano contro la mafia e contro lo sfruttamento, a tutti quelli che lavorano per una Sicilia libera e produttiva e per un mondo senza missili e senza guerre”.
Così Francesco ARTALE, primo presidente del Centro Studi Pio La Torre inaugurato ad Alcamo nel 1986, quattro anni dopo la sua morte, ha sintetizzato il senso della vita e dell’opera di quest’uomo. Su una identica linea di pensiero si ravvisa il senso di questa mostra fotografica, che attraverso la raccolta di varie immagini di Autori diversi, il cui comune denominatore è la figura di Pio LA TORRE, vuole celebrare, nel ricordo di quest’uomo, la sua storia e di quanti, come lui, si sono battuti per una Sicilia liberata dallo stereotipo di terra preda della criminalità.
I pannelli di cui si compone la mostra ritraggono PIO LA TORRE lungo la sua vicenda umana e ne delineano il percorso politico, ripercorrendo un pezzo della storia d’Italia in bianco e nero. Non solo la mancanza del colore, ma le vicende stesse che vi si narrano, se raffigurate al presente, le collocano in una preistoria di civiltà di cui oggi si perdono i contorni: l’Italia rurale del latifondo, l’Italia operaia dei comizi, l’Italia degli italiani onesti che coltivavano sogni di giustizia sociale e pace.

Pio LA TORRE fu vittima di un assassinio nel 1982. E’ uno dei tanti siciliani e italiani nobili che hanno vissuto nella cifra della coerenza e dell’onestà, e in nome di questo sono andati consapevolmente incontro al loro destino.
“La contraddizione definisce Palermo. Pena antica e dolore nuovo, le pietre dei falansteri impastate di sangue ma anche di sudore onesto.
La Mafia che distribuisce equamente lavoro e morte, soperchieria e protezione”.
Leonardo SCIASCIA

Quindi fotografie come memorie, e memoria significa dovere di non dimenticare il passato. La vita e la morte di questi uomini hanno il valore di un testimone da consegnare alle generazioni future, nella speranza che esse possano essere parte un giorno di un mondo libero e pulito, lottando in nome del quale Pio LA TORRE e altri come lui sono morti.

“Quando si dice che i giudici sono antropologicamente matti, diversi. BERLUSCONI dice una cosa vera. Perché bisogna essere matti come FALCONE, BORSELLINO, LIVATINO, CHINNICI e tanti altri eroi civili, per sacrificare la propria vita in nome della legalità. In questo i giudici sono diversi, per combattere la mafia hanno il coraggio di rischiare la vita.”
Andrea CAMILLERI

Aggirarsi fra questi ritratti, ripercorrere la biografia di Pio LA TORRE, capire la portata della sua lotta politica è come avviare un percorso di educazione alla legalità. E’ auspicabile che le scolaresche di questa città, e con esse di altre città d’Italia, vi siano condotte in visita per vedere chi fu quest’uomo, perché sia loro raccontata la sua vicenda umana e per non dimenticare il suo sacrificio. Sono i giovani a non conoscere l’Italia che fa da sfondo a queste immagini, e alla comprensione di questa storia recente devono essere guidati. L’inconsapevolezza e l’indifferenza che dilagano in questo presente sono terreno fertile per il germoglio di vecchie e nuove forme di criminalità, e non conoscere, ignorare, comporta vanificare il senso della morte di chi come Pio LA TORRE non si è mai tirato indietro, conscio del pericolo estremo cui era esposto.

“A man does what he must – in spite of personal consequences, in spite of obstacles and dangers and pressures
– and that is the basis of all human morality.”

“Un uomo fa ciò che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.”
John F. KENNEDY, Profiles in courage, 1955

Per restare nel campo delle immagini, una metafora visiva può fornire una chiave di lettura della morte di Pio LA TORRE e di tutte le altre vittime, famose e meno, che hanno costellato la storia della Sicilia. Il volto di ognuno di essi è idealmente la tessera di un puzzle: non quello dei vertici mafiosi sgominati, ma il negativo di esso. Un grande, smisurato puzzle grondante sangue e dolore, che potrebbe chiamarsi “coraggio e legalità”. Un puzzle, per grande esso possa essere, ha una forma geometrica che lo delimita: sono i margini, dai quali chi lo compone inizia di solito la sua opera di ricostruzione. Un giorno questo puzzle sarà completato, e non ci saranno più volti e tessere da inserire dentro di esso. E’ la nostra speranza, è il nostro obiettivo, ognuno a suo modo porti avanti la memoria di questi volti affinché il loro sacrificio non sia stato inutile.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio,
una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.”

Giovanni FALCONE, Cose di Cosa Nostra, a cura di Marcelle PADOVANI, 1991

Marina BENEDETTO
Galleria Fotografica Luigi GHIRRI

Limone Piemonte, ottobre 2011

Inaugurazione 29 ottobre

Galleria fotografica Luigi Ghirri
via Duomo, 11 - Caltagirone (CT)
Orario: lun./dom. 9.30 -12.30, 16.00 -19.00

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