GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo
Bergamo
via San Tomaso, 53
035 399528 FAX 035 236962
WEB
Tre mostre
dal 1/4/2009 al 25/7/2009
martedi' - domenica 11-19, giovedi' 11-22, lunedi' chiuso. 1 maggio aperto

Segnalato da

Elena Bari




 
calendario eventi  :: 




1/4/2009

Tre mostre

GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, Bergamo

Esposizione Universale: Attraverso 100 opere, che vanno dal XV al XXI secolo, le 8 sezioni della mostra affrontano tematiche universali trattate nei secoli dagli artisti. Periodi diversi si confrontano per mettere alla prova i metodi di rappresentazione e presentazione di argomenti eterni e sempre diversamente affrontati. "Arte a Bergamo" ospita l'esposizione "Dalla Collezione Zucchelli. Dipinti e ceramiche", mentre lo spazio ParolaImmagine e' dedicato a Dietelmo Pievani. Da sempre il lavoro di Marcello Maloberti e' un bizzarro mix di performance, fotografia e scultura, dall'intervento urbano al collage fino al disegno e al video. In Raptus presenta un'imponente installazione composta da oggetti, suoni, luci e immagini che creano una molteplicita' di paesaggi.


comunicato stampa

Esposizione Universale
L'arte alla prova del tempo

A cura di Giacinto Di Pietrantonio
 
Inaugura il 2 aprile Esposizione Universale: otto mostre racchiuse in un unico percorso espositivo che si snoda nelle sale di GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo. Non è una mostra universale per l’esuberante quantità dei Paesi ospitati, o per la varietà delle discipline rappresentate, non presenta le ultime novità della scienza della tecnica e dell’arte come accadeva e accade nelle Esposizioni Universali del XIX, XX e XXI secolo, ma rappresenta le novità di sempre perché “Tutta l'arte è contemporanea” (Gino De Dominicis).
 
Attraverso 100 opere circa, che vanno dal XV al XXI secolo, le otto sezioni della mostra affrontano alcune tematiche universali trattate nei secoli da artisti antichi, moderni e contemporanei. Periodi diversi si confrontano per mettere alla prova i metodi di rappresentazione e presentazione di argomenti eterni e sempre diversamente affrontati.
Il patrimonio dall’Accademia di Carrara di Bergamo è il punto di partenza del dedalo espositivo, un viaggio che arriva sino alle ultime tendenze artistiche.
 
In Esposizione Universale del Potere, Esposizione Universale del Quotidiano, Esposizione Universale della Vita, Esposizione Universale della Morte, Esposizione Universale della Mente, Esposizione Universale del Corpo, Esposizione Universale dell'Odio, Esposizione Universale dell'Amore, le opere di Giovanni Bellini, Bergognone, Sandro Botticelli, Vittore Carpaccio, Vincenzo Foppa, Pisanello, Tiziano, si specchiano con quelle di Christo, Francesco Clemente, Felice Casorati, Salvator Dalì, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Gino De Dominicis, Jimmie Durham, Gilbert & George, Ilya Kabakov, Joseph Kosuth, Maria Lai, Marisa Merz, Pino Pascali, Luigi Ontani, Ettore Spalletti, Jeff Wall, Gilberto Zorio, Mario Airò, Stefano Arienti, Simone Berti, Roberto Cuoghi, Meschac Gaba, Margherita Manzelli, Diego Perrone, Mike Kelley, Pietro Roccasalva, fra gli altri.
 
Ieri e oggi, il prima e l’ora, il classico e il moderno si fronteggiano per sottolineare le influenze e le relazioni esercitate dal passato sul presente e viceversa, perché se è vero che la nostra eredità produce contemporaneità, è altresì vero che anche la contemporaneità produce, rileggendolo, il nostro passato.
 
Il dualismo espositivo mette in discussione i presupposti stessi dell'universalità in favore della località Warholiana: “Solo il locale può aspirare all'universale”. (Andy Warhol)
 
Esposizione Universale si inserisce nella tradizione indicata da Francis Haskell che, ne La nascita delle Mostre, individua l’origine delle grandi mostre nelle grandi Esposizioni Universali ottocentesche.

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3 aprile - 17 maggio 2009

Marcello Maloberti: Raptus

A cura di Alessandro Rabottini

La GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo presenta RAPTUS, un progetto site specific dell’artista Marcello Maloberti. La mostra è la più grande mai dedicata da un museo italiano all’artista, nato nel 1966 e che vive e lavora a Milano.

Da sempre il suo lavoro è un mix giocoso e bizzarro di molteplici mezzi espressivi, che spaziano dall’installazione alla performance, dalla fotografia alla scultura, dall’intervento urbano al collage fino al disegno e al video.
Sentimenti contraddittori e differenti strategie formali si sovrappongono all’interno del suo universo visivo, come in un caleidoscopio di forme: se da un lato la quotidianità è messa in scena con ironia e malinconia, dall’altro il realismo si fonde col fantastico, in una continua trasformazione degli aspetti più banali dell’esistenza.
Maloberti rappresenta la vita come il regno dell’imprevedibile e del molteplice, come un RAPTUS, appunto, un’azione inattesa e incontrollabile, uno scoppio improvviso di energia e vitalità.

Marcello Maloberti crea ambienti con gli elementi più disparati ed eterogenei: sedie di plastica e radioline, tigri di ceramica, fiori, tende da ambulanti e conchiglie sono assemblati in modo stravagante e apparentemente caotico. Questi universi temporanei ospitano persone comuni invitate a compiere azioni minime e surreali o, più semplicemente, a vestire i panni di apparizioni incongrue. Il suo è un Teatro dell’Assurdo fatto di momenti di intimità e di silenzio e di scorci improvvisi di rumore ed eccentricità, dove un immaginario tutto italiano che corre da Federico Fellini a Pierpaolo Pasolini si intreccia con un ritratto estremo e vitale della nostra attuale realtà sociale. Nelle sue immagini, infatti, la città diventa un luogo sospeso tra gioco ed enigma, in cui il mix etnico e culturale delle odierne metropoli produce una galleria di ritratti contemporanei.
RAPTUS è un’imponente installazione composta da oggetti, suoni, luci e immagini che creano una molteplicità di paesaggi – rurali, urbani e umani – incastrati l’uno dentro l’altro come scatole cinesi, e che si espandono sino a dominare gli spazi GAMeC. Anche in questo caso lo spazio pubblico diventa una forma di ritratto psicologico, la dimensione interiore invade il paesaggio, come se quest’ultimo fosse uno schermo di proiezione soggettiva.
Gran parte dei lavori esposti ruotano intorno al dispositivo del collage, inteso non solo come tecnica ma, soprattutto, come una modalità operativa che sta alla base di tutto il lavoro di Marcello Maloberti. La vitalità con cui le immagini e le forme convivono e si sovrappongono all’interno della sua opera, infatti, appare come un’estensione della pratica combinatoria del collage, come se tutta la realtà fosse oggetto di un’azione di prelievo e di accostamento all’insegna del disordine percettivo, della similitudine formale e del paradosso linguistico.

Durante l’inaugurazione RAPTUS ospiterà al suo interno una performance di INTERNO 55 (Marco Shinroyal).

La mostra sarà accompagnata dalla più esaustiva monografia mai dedicata all’artista, con testi di Sabine Folie (Direttrice della Generali Foundation di Vienna), di Martin Herbert (European Editor di Modern Painters), del curatore della mostra Alessandro Rabottini e con una lunga conversazione tra Marcello Maloberti e Caroline Corbetta.

Il catalogo della mostra, edito da Damiani Editore, è stato realizzato grazie al contributo del CLUBGAMeC.

Marcello Maloberti (Codogno – Lodi – 1966, vive e lavora a Milano) ha esposto in numerose istituzioni pubbliche e private in Italia e all’estero, e tra le quali ricordiamo la Rotonda della Besana, Milano (2008); il PAN Palazzo delle Arti, Napoli e lo Spazio Oberdan, Milano (2007); Villa Manin – Centro d’Arte Contemporanea, Codroipo (UD), Museion – Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Bozen/Bolzano, la Collection Lambert, Avignon e il De Appel, Amsterdam (2005); il Kunstverein Ludwigsburg e il PAC Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano (2003); la Galleria d’Arte Moderna, Bologna e il Museo del Corso, Roma (2002), il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato (2000).

La mostra è parte di una serie in onore di Arturo Toffetti.

Si ringrazia: Grafiche Icona, Milano; Oberti G. s.r.l., Dalmine (BG)

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Arte a Bergamo
3 aprile - 10 maggio 2009

Arte a Bergamo
a cura di Maria Cristina Rodeschini

Dalla Collezione Zucchelli. Dipinti e ceramiche
Nella Collezione Permanente

Dietelmo Pievani. La materia delle idee
Spazio ParolaImmagine

Continua il ciclo Arte a Bergamo, a cura di Maria Cristina Rodeschini, con lo scopo di promuovere autori e opere prodotte nella città: dal 2 aprile al 10 giugno 2009 gli spazi della Collezione Permanente ospiteranno l'esposizione Dalla Collezione Zucchelli. Dipinti e ceramiche, mentre lo spazio ParolaImmagine sarà dedicato a Dietelmo Pievani. La materia delle idee; il catalogo, quaderno della GAMeC numero 10, è edito da Lubrina Editore, con testi di Maria Cristina Rodeschini, Walter Barbero e Sergio Crotti.

La GAMeC, destinataria di dipinti, disegni, incisioni, pellicole cinematografiche e dell'archivio appartenuti a Nino Zucchelli (Clusone, Bergamo, 1913 – Bergamo, 1994) -promotore culturale che contribuì a traghettare sullo spartiacque della guerra il meglio della cultura prodotta a Bergamo fra gli anni Cinquanta e Sessanta- presenta alcuni dipinti e una significativa scelta di materiali ceramici ricevuti in dono dagli eredi Zucchelli.

Esposti in mostra anche dipinti di artisti del Novecento quali Achille Funi, Felice Carena, Ottone Rosai e Luigi Montanarini, conosciuti da Zucchelli negli anni della sua segreteria al Premio Bergamo (1939-1942), che testimoniano il suo impegno nella valorizzazione delle arti contemporanee, continuato nel dopoguerra con sempre maggior ampiezza di vedute.

Nella seconda metà degli anni Quaranta Nino Zucchelli fu il fondatore e il promotore finanziario della Cooperativa Ceramiche, divenuta in seguito Ceramica Artistica Bergamasca, in una città che non aveva una tradizione ceramica, e in seguito fu tra i fondatori del gruppo Arte ed Artigianato Orobico, che annoverava artisti come Roberto Algisi, Mario Cornali, Egidio Lazzarini, Erminio Maffioletti, Tony Mellara, Franco Normanni e Domenico Rossi.
Gli artisti bergamaschi, pur ispirandosi ad artisti di fama internazionale quali Mirò e Picasso, cercarono di raggiungere una propria espressività nel campo della ceramica, raggiungendo un livello notevole: del gruppo di Zucchelli si iniziarono a leggere recensioni nelle più interessanti riviste d'arte, tra le quali Domus, e l'Artigianato Orobico incominciò a partecipare anche a manifestazioni nazionali, dove i suoi rappresentanti ottennero importanti riconoscimenti.
Il gruppo si sciolse nel 1953, quando venne a mancare l'importante supporto economico e organizzativo dell'industriale Luciano Rumi, subentrato a Zucchelli nel sostegno del gruppo.


Nello Spazio ParolaImmagine sarà allestita la mostra dell'artista Dietelmo Pievani: un insieme di 13 opere, tra cui ritroviamo le serie dei Cementi, delle Superfici in legno laccato bianco e delle Composizioni, realizzate con materiali eterogenei, tra cui legno, ferro, piombo, rame, tela e tempera.

Le opere di Pievani sono variazioni sul cubo, sul cilindro e sul quadrato. Sin dalla fine degli anni Cinquanta ha ricercato un nuovo lessico all'interno del movimento Informale, trovandolo nel cemento, che ha sostituito i mezzi tradizionali ma che, soprattutto, ha ricostruito il rapporto forma-colore attraverso la manipolazione plastica della materia.
A metà degli anni Sessanta ha iniziato a servirsi della luce, per svelare cangianti figure geometriche: lamine bianche che, parallele tra loro e leggermente distanziate l'una dall'altra, riflettono o assorbono la luce evidenziando immagini plastiche. Ne risulta un rapporto luce-ombra che sottolinea come sia il segno a definire forma e volume.
Una pittura che si è definitivamente liberata dal rigido vincolo della bidimensionalità, a favore di una plasticità che l'artista ha sviluppato e perfezionato fino alla fine del secolo appena concluso; mentre negli ultimi anni ha cercato di ritrovare il rapporto millenario esistente tra arti pittoriche, arti plastiche e architettura, rendendo cerchi e quadrati moduli tridimensionali all'interno di proporzionate griglie modulari.

Ufficio Stampa GAMeC:
Elena Bari- e-mail: elena.bari@gamec.it - Mobile: +39 3289781241
Prenotazione visite guidate: e-mail: visiteguidate@gamec.it
Servizi Educativi:
Giovanna Brambilla - e-mail: giovanna.brambilla@gamec.it; Clara Manella – e-mail:clara.manella@gamec.it

Inaugurazione: giovedì 2 aprile 2009; h. 18:30

GAMeC - Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea
Via San Tomaso, 53 - 24121 Bergamo
orari d’apertura: dal martedì alla domenica ore 11.00 – 19.00
Giovedì ore 11.00 – 22.00
Lunedì chiuso, 1 maggio aperto
Ingresso
Intero: € 7,00
Ridotto: € 5,00

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