Villa Patti
Caltagirone (CT)
via Santa Maria di Gesu'
0933 41811, 0933 41365 FAX 0933 41813
WEB
Salvatore Santoddi
dal 29/10/2007 al 28/11/2007
mar-sab: 9.30-13.30; dom: 9.30-12.30
0933 41831
WEB
Segnalato da

Press Entroterra



approfondimenti

Salvatore Santoddì



 
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29/10/2007

Salvatore Santoddi

Villa Patti, Caltagirone (CT)

Due ma non due. Fiori bianchi e rosa rossa nel giardino mistico. La mostra presenta gli ultimi lavori dell'artista tutti incentrati nella pittura e nell'elemento floreale volti alla "costruzione interiore e segreta di un giardino mistico" e quindi alla condizione dell'uomo.


comunicato stampa

Personale di pittura

Il Museo delle Ville Storiche Caltagironesi e Siciliane continua il suo percorso di ricerca sulle tematiche legate non solamente alla dimensione storica, ma al paesaggio, alla botanica e all’arte contemporanea, presentando il lavoro di Salvatore Santoddì. La mostra dal titolo emblematico “DUE MA NON DUE .Fiori bianchi e rosa rossa nel giardino mistico” presenta gli ultimi lavori di Santoddì tutti incentrati nella pittura, nell’elemento floreale (loto bianco, rosa rossa, ghirlande), volti alla “costruzione interiore e segreta di un giardino mistico” e quindi alla condizione dell’uomo.

Per l’occasione sarà presentato un catalogo curato da Vitaldo Conte, che ci racconta il percorso artistico dell’artista: “L’ultima pittura d’immagine può divenire pratica creativa di mistica, attraversando dialettiche linguistiche imprevedibili (come con la fotografia) e maschere figurali, che liberano visivamente i percorsi meditativi dell’autore. Nello stesso tempo ‘memorizza’ istanze mitiche e movimenti del sogno, emergenti come apparenze sulle stesure narrative della tela. Queste direzioni sono ‘presenze’ nel lavoro del giovane pittore siciliano Salvatore Santoddì che fa coincidere il momento dell’arte con quello del discorso interiore.”(V. Conte, dal testo in catalogo)

Una visione mistica ha luogo nel suo paesaggio natio, la Sicilia, in cui i personaggi sono quasi sempre sospesi e immersi nel paesaggio che le comprende come parte integrante, avvolti nella spirituale ricerca di se stessi. Qui “L’occhio, il più spirituale degli organi umani, sembra trapassare e annullare nella sua imperscrutabile profondità il rapporto spazio/tempo che fin dall’inizio appare come uno degli enigmi più affascinanti e importanti per Salvatore Santoddì” (D. Amoroso, dal testo in catalogo).

Una profonda sensibilità dell’artista che emerge osservando le sue tele intrise di introspezione: in esse si riconosce una stratificazione di culture, a partire da quella greca e normanna, che tanto prosperò nelle terre siciliane, fino a toccare i principi fondamentali delle religioni orientali in particolar modo quella buddista. Un mix perfetto di spiritualità e paesaggio, in cui attraverso i segni del passato (chiese madri, cappelle, cattedrali che rinascono in cantieri con gru) si possono leggere i semi del futuro. Così corpi femminili navigano sospesi in contemplazione, lungo vaste distese di verde, sui cimeli delle vecchie culture, alla ricerca del proprio cammino, come fanno gli uccelli migratori che si spostano in luoghi molto lontani, nell’illusione di approdare in nuovi lidi e cancellare la propria dolorosa condizione del vivere.

Inaugurazione 30 ottobre 2007 alle 17

Villa Patti
Via Santa Maria di Gesu' , Caltagirone (CT)
Ingresso libero

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