147 le maioliche esposte in una delle piu' importanti collezioni di maioliche al mondo. Il cuore della Raccolta e' il Cinquecento, in cui l'arte della maiolica viene considerata, nelle sue espressioni piu' alte, essenzialmente come una forma pittorica.
La Collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia
Per qualità e rarità dei pezzi esposti è una delle più importanti collezioni di
maioliche al mondo. Dal 3 ottobre al 6 gennaio tutti potranno ammirarla, per la
prima volta nella sua veste completa, a Palazzo Baldeschi, sede espositiva della
Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia.
Ed è proprio alla Fondazione che questa rarissima Collezione appartiene, frutto di
acquisizioni importanti nel corso degli anni, tra cui quella dei 76 strepitosi pezzi
raccolti Paolo Sprovieri, forse il più attento collezionista del settore, e le
meraviglie della Collezione Frizzi Baccioni. A proposito di quest'ultima raccolta,
merita segnalare che, giusto in queste settimane, dalla Frizzi Baccioni è stato
concesso in dono a Palazzo Baldeschi un ulteriore nucleo di preziosissime maioliche:
tre pezzi tra cui un "versatore farmaceutico" già patrimonio della Spezieria
dell'Ospedale di Santa Maria della Misericordia a Perugina, reperto di grandissima
qualità ma anche documento importante di storia del territorio. Anche questi tre
nuovi pezzi saranno esposti nella grande mostra.
Conclusa l'esposizione a Perugia, la Collezione, in versione più contenuta, è
destinata ad essere presentata in diversi centri italiani e europei.
Complessivamente, a Palazzo Baldeschi saranno esposti 147 pezzi e l'utilizzo del
termine "capolavori" per descriverli non è improprio: la qualità delle maioliche
entrate a far parte della Collezione è assolutamente altissima.
Il cuore della Raccolta è cinquecentesco; il Cinquecento certo fu il secolo in cui
l'arte della maiolica viene considerata, nelle sue espressioni più alte,
essenzialmente come una forma pittorica.
Non mancano però esemplari quattrocenteschi, in particolare albarelli di produzione
centroitaliana, opere di botteghe di livello.
Ma con il nuovo secolo, a Faenza ma anche in Toscana, in Umbria, a Napoli, nelle
Marche e in altri centri della penisola si sviluppano botteghe che sanno creare veri
capolavori. Anche quei centri di produzione che, come Faenza, Mentelupo, Deruta,
Castelli, riescono a creare manufatti "di massa", destinati ad invadere mercati
anche lontani, confermano talune produzioni di qualità e livello altissimo.
Basti ammirare i piatti da pompa di Deruta presenti nella Collezione: grandi piatti
dipinti con profili femminili, scene di caccia o soggetti religiosi che riecheggiano
molto da vicino i modi di Perugino o di Pintoricchio.
Faenza ha certo titolo per essere definita come la "regina delle ceramiche", tanto
da imporre i propri stili (il bianco di Faenza, o l'istoriato, appunto). E da Faenza
partono, nel '500, maestranze che esportano i loro modelli in tutta Italia
contribuendo così a dare non poco filo da torcere agli esperti impegnati a datare e
indicare i loghi di produzione delle maioliche di questi decenni.
Così circa alla stessa paternità dello stile "istoriato", tradizionalmente iscritta
alla città di Faenza, c'è chi avanza una diversa primogenitura: sembra infatti che
la consuetudine di ricoprire l'intera superficie di una maiolica con figure o
storie sia nata ad Urbino e lo dimostrerebbe la datazione di opere magnifiche di
questa Collezione.
Ovunque la diffusione di modelli e di storie consentita dall'arte della stampa
stimolò gli artisti della ceramica a riportare sulle loro creazioni i capolavori di
Raffaello o il racconto delle Metamorfosi di Ovidio oppure ancora, in ossequio ai
dettami del Concilio di Trento, scene e soggetti biblici.
Ma fu a Gubbio che l'arte de "lustro" ebbe il suo massimo protagonista: nessuno,
infatti come Mastro Giorgio aveva rivali nell'applicare il lustro alle ceramiche e
la Collezione documenta questo miracolo della tecnica con numerosi, bellissimi
esemplari.
La trasmigrazione dei maestri contaminò utilmente molte città e tra esse la grande
Venezia, contribuendo a creare stili nuovi e di grande eleganza.
Qua e là per l'Italia, intanto, interi piccoli centri si andavano specializzando
nell'arte della maiolica. In mostra si possono ammirar, ad esempio, esemplari tra i
più belli fra quelli prodotti a Castelli, piccolo centro dell'Abruzzo noto, in
particolare, per la preziosità dei suoi vasi da farmacia.
Esposizione promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. A cura di
Timothy Wilson e Paola Elisa Sani. Schede di Carola Fiocco, Gabriella Gherardi,
Marino Marini e Claudio Paolinelli.
Inaugurazione 3 ottobre 2007 all 18.30
Palazzo Baldeschi, Perugia
ingresso libero