La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale
Firenze
via de Coverelli, 27r
055 284435 FAX 055 284435
WEB
Passatempo 1956-2006
dal 27/6/2006 al 14/7/2006
Dal Martedi' al Sabato ore 10-12 e 16-20 e per appuntamento

Segnalato da

Galleria La Corte Arte Contemporanea




 
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27/6/2006

Passatempo 1956-2006

La Corte Arte Contemporanea - Associazione Culturale, Firenze

Gianni Caverni e Aroldo Marinai. Per entrambi gli artisti, il punto di partenza e' il recupero e il riuso di fotografie appartenute ad un vissuto personale (proprio o di altri) che vengono “combinate" con altre immagini (personali o storiche).


comunicato stampa

Gianni Caverni e Aroldo Marinai

a cura di Cosimo Chiarelli

Sia i lavori di Gianni Caverni (“Ho quasi paura che si perda") che quelli di Aroldo Marinai (“Mopso Nisa Datur") indagano, con diverse prospettive, il tema della memoria.

Per entrambi gli artisti, il punto di partenza e' il recupero e il riuso di fotografie appartenute ad un vissuto personale (proprio o di altri) che vengono “combinate" con altre immagini (personali o storiche) come in un gioco, da cui il titolo della mostra “Passatempo".

Caverni e Marinai lavorano sul fragile confine che separa passato e presente, realta' e finzione, sfruttando le possibilita' offerte dalla fotografia, che certifica inequivocabilmente l’esistenza, ma allo stesso tempo puo' anche modificarla e modellarla in una creazione nuova e originale.
Se dunque la fotografia familiare e' il punto di partenza comune ai due artisti, ciascuno compie una profonda elaborazione concettuale che si declina in modi differenti: elegiaco, sentimentale ed affettivo, Caverni; piu' politico, collettivo ed epico, Marinai.

Diciotto fotografie quadrate di 30 cm per lato, sono i lavori che Gianni Caverni presenta per la prima volta in mostra. Il progetto inizia con il ritrovamento casuale, in una vecchia busta di fotografie di famiglia, delle foto di un viaggio dei genitori a Roma nel 1956, a bordo della loro FIAT seicento fiammante. “Vi si vede mia madre e mio padre, mai insieme, in pose classiche, in luoghi canonici della citta'". A distanza di cinquant’anni, Caverni decide di tornare con la moglie nei luoghi visitati dai genitori, con la deliberata intenzione di confondere le tracce, sovrapponendo alle immagini di allora quelle di adesso. Cosi' facendo finisce per mescolare le rispettive biografie e le rispettive identita', per ricreare una memoria affettuosamente condivisa che le sottrae all’inesorabile scorrere del tempo.

Il gioco portato avanti da Aroldo Marinai e' allo stesso tempo essenziale e complesso. Anche qui, come per Caverni, il punto di partenza sono le immagini ritrovate casualmente, questa volta su una bancarella a Budapest nel 2006. Cinque lavori dove si combinano e confrontano le foto della rivolta di Budapest del 1956 con i momenti di un’anonima famiglia ungherese: amore, matrimonio, luna di miele, maternita' e vecchiaia. Su questa elementare sintesi binaria (pubblico/privato; Storia/storia) irrompe dal lontanissimo passato il canto disperato di Damone (Virgilio, Bucoliche, Egloga VIII) per il tradimento dell’amante, che urla la sua protesta esistenziale per l’ingiustizia subita. Un grido che sconvolge l’ordine precostituito delle cose (“a questo punto i grifoni si accoppieranno alle cavalle, e subito dopo le timide daine verranno a bere con i cani") che spiazza ogni certezza, comprese quelle di noi spettatori.

Gianni Caverni, vive e lavora a Firenze. Da anni scrive di arte e cultura su “L’Unita'" e collabora a “Segno", rivista specializzata di arti visive contemporanee.

Dai quadri “astratti" fatti di sabbie e gesso, materici, disposti e “pettinati" in modo da ricordare sia i solchi che l’uomo incide sulla terra, sia gli sfiniti intonaci segnati dalle pallide tracce di misteriosi alfabeti, alle installazioni di orti, realizzati in galleria con terra e canne, nei quali vengono piantati pani e pesci vivi in piccole vasche (“L’orto dei Miracoli"). Negli ultimi lavori realizza fotografie e video che testimoniano la pervicacia della natura, (“Erba di casa mia") e della memoria, che smussa gli spigoli della cronaca privata e collettiva facendola somigliare alla storia.

Aroldo Marinai e' nato a Firenze nel 1941. Da quindici anni vive a Serrazzano, nelle Colline Metallifere. Il suo curriculum prende in considerazione: 1) Alcune buone mostre fatte 2) Alcune mostre che sarebbe stato meglio non fare 3)Alcune mostre che gli sarebbe piaciuto fare (ma non ha fatto). Recenti, dal primo gruppo: “Locus minoris resistentiae" (Maria Cilena, Milano, 2004), “42 gradi" (Museo Marino Marini, Firenze, 2004), “Infinity Enclosed" (Centro Culturale di Belgrado e Galleria Saci di Firenze, 2004), “Sguardo Tracciato Trappola" (Hynnart Studio, Roma, 2005), “Pittura ultima Thule?" (La Corte A.C., Firenze, 2005).

Ufficio Stampa
Ambra Nepi Comunicazione
tel. 055/ 24 42 17 - 24 27 05 - 348/6543173
e.mail: ambranepicomunicazione@gmail.com

Inaugurazione 28 giugno ore 18.00

La Corte Arte Contemporanea
Via de’ Coverelli 27 r - Firenze
Orario: Dal Martedi' al Sabato ore 10-12 e 16-20 e per appuntamento

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