Antico Monastero delle Agostiniane
Monte Carasso
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I Sotterranei dell'Arte
dal 27/5/2006 al 24/6/2006
dalle 14 alle 18
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Segnalato da

Boris Magrini



 
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27/5/2006

I Sotterranei dell'Arte

Antico Monastero delle Agostiniane, Monte Carasso

Capaci di riciclare i materiali di uso quotidiano, di evocare oggetti e situazioni con elementi imprevedibili, o ancora di realizzare costruzioni nel contempo simboliche e funzionali, gli artisti di Strutture si iscrivono nell’attuale e prolifica evoluzione della scultura, ampliandone nello stesso modo il lessico e la sintassi.


comunicato stampa

Introducendo l’uso di materiali non convenzionali e meno nobili, le esperienze cubiste e costruttiviste avevano gettato le basi della scultura contemporanea. L’identita' stessa della scultura veniva allora alterata, tanto nella sua sostanza quanto nella sua funzione. Abbandonata la sua indole celebrativa, abbandonata l’esclusiva unicita' dell’oggetto scultoreo e introdotta la possibilita' di comporre con materiali eterogenei, la scultura si e' sempre piu' proposta sotto forma di installazione, opera composta di piu' elementi coerentemente disposti e spesso a carattere interattivo. Oggi la scultura, in senso lato, e' certamente l’espressione artistica tra le piu' ricorrenti, eppure, paradossalmente, i termini di scultura e scultore sono sempre meno usati nel linguaggio dell’arte contemporanea. Strutture presenta una selezione di artisti che operano in questo territorio ambiguo tra la scultura e l’installazione. Capaci di riciclare i materiali di uso quotidiano, di evocare oggetti e situazioni con elementi imprevedibili, o ancora di realizzare costruzioni nel contempo simboliche e funzionali, gli artisti di Strutture si iscrivono nell’attuale e prolifica evoluzione della scultura, ampliandone nello stesso modo il lessico e la sintassi.

Da alcuni anni Denis Bigler (*1969, Courgevaux) lavora assiduamente a un progetto di ricostruzione in scala 1:1 del carro armato Leopard dell’esercito svizzero. Si tratta di una replica in fibra di vetro fedele in ogni dettaglio. Quando sara' terminato, questo work in progress verra' presentato nel suo insieme, che prevede inoltre un concetto installativo e performativo complesso. Artista polivalente, Denis Bigler e' capace di utilizzare qualsiasi tecnica costruttiva per realizzare le sue opere, le quali si situano per il loro realismo e la loro complessita' tecnica tra l’opera scultorea e il prodotto di ingegneria. Se l’artista insiste su una figurazione realista, tanto nella scultura quanto nella pittura, e' per accentuare la riflessione sociale che accompagna costantemente il suo lavoro, riflessione intesa a sottolineare i delicati rapporti tra la societa' e l’individuo, tra l’uomo e la natura.

Le opere di Daniel Robert Hunziker (*1965, Walenstadt) rivelano la parte nascosta, strutturale di una costruzione ordinaria. Lo stupore e il disorientamento di fronte alle sue sculture e alle sue installazioni corrispondono allo stupore provato nel rovesciare un guanto e scoprirne il rovescio delle maglie e delle cuciture che lo compongono. L’artista e' altrettanto interessato alla precarieta' e alla fragilita' di una struttura che appare come l’elemento principale e portante delle sue opere. Viceversa, l’aspetto prevalentemente visibile e sostenuto, la superficie dell’opera, risulta accessoria e artificiale. Non e' un caso se i luoghi da lui meticolosamente riprodotti, quali un corridoio, l’ala di un ufficio o l’entrata di uno stabile, omettano qualsiasi presenza di vita. Daniel Robert Hunziker costruisce le sue opere a partire da elementi prefabbricati e materiali edili. Il suo approccio e' tuttavia lontano dalle considerazioni estetiche e sociologiche soggiacenti alla pratica del ready-made: l’artista si interessa piuttosto alla costruzione di precise situazioni in cui e' chiamata in causa la percezione dello spettatore.

Zeljka Marusic (*1967, Pozega) e Andreas Helbling (*1967, Schaffhausen) sono prevalentemente noti per il loro progetto Balkan TV, intrapreso a partire dal 2001. A meta' strada tra la finzione e la cronaca giornalistica, Balkan TV e' nel contempo uno studio mobile e un’emissione televisiva virtuale, che offre un incontro piu' personale e umano con le persone intervistate durante le loro trasferte in Svizzera, Germania e nei Balcani. In parallelo alla loro attivita' video, i due artisti creano delle costruzioni fragili e precarie composte di legno e cartone e assemblate con nastro adesivo. Queste installazioni abitabili simili a grotte definiscono uno spazio intimo e selvaggio, che ricorda il mito romantico di un’abitazione primordiale, capace di riavvicinare l’uomo alla natura. Accompagnate da proiezioni video, le installazioni dei due artisti affascinano per la loro fragilita' e la loro misteriosa poesia, evocante una vita idilliaca e atemporale. Le opere di Zeljka Marusic e Andreas Helbling, piu' particolarmente, sottolineano la specificita' dei rapporti tra l’individuo e la societa', tra l’uomo e la donna o ancora tra le etnie e le culture diverse.

Il collettivo Mickry 3, composto da Nina von Meiss (*1978, Zurich), Dominique Vigne (*1981, Salouf) e Christina Pfander (*1980, Rueggisberg), e' stato formato a Zurigo nel 1999. Sin dagli inizi, il collettivo si e' distinto per i toni aggressivi e ironici delle sue installazioni, che possono essere considerate, nello stesso tempo, una celebrazione sarcastica del consumismo e un’incitazione alla rivolta dei consumatori. Alla frontiera tra arte e design, i prodotti del collettivo presentano uno stile giovane e accattivante, caratteristico delle strategie di marketing industriale. L’esasperazione e la deformazione degli elementi figurativi inducono tuttavia un disagio nello spettatore il quale si trova sospeso tra attrazione e rigetto. Le sculture e le installazioni create da Mickry 3 sono in gran parte composte di cartone e cartapesta, cio' che permette una maggiore espressivita' plastica. L’ambiguita' tra opera e oggetto, tra funzione allegorica e funzione pratica, e' ulteriormente evidenziata nei loro mobili creati per allestire gli spazi espositivi, i quali possono essere concretamente usati come tavoli e sedie.

Docente alla Hochschule fur Gestaltung und Kunst di Zurigo, Aldo Mozzini (*1956, Locarno) intraprende da anni un lavoro che potrebbe essere qualificato di decostruzione del design industriale, quale si e' sviluppato nel corso del ventesimo secolo. Il Movimento Moderno aveva affermato l’interdipendenza tra la forma e la funzione di un oggetto, qualunque essa fosse, da un banale sgabello a tre gambe fino all’architettura di un edificio complesso, insistendo su quanto la funzione dovesse idealmente definire la forma. Ma cosa succede quando l’aspetto formale e l’efficienza di un oggetto sono portati al loro limite? Quali sono gli elementi indispensabili, tanto funzionali che estetici, che permettono di riconoscere un oggetto per quello che e'? Attraverso la ricostruzione di edifici, mobili e oggetti con materiali di recupero, Aldo Mozzini pone precisamente queste domande. Il suo approccio artigianale e informale, oltre che condannare implicitamente un design vincolato al profitto, e' una vera ricerca ontologica sugli oggetti di uso comune.

Inaugurazione: 28 Maggio 2006, ore 18

Antico Monastero delle Agostiniane
Monte Carasso
Ore : 14 - 18

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