Centro Culturale “Il Ritrovo dell’Arte"
Acerra (NA)
Via Leopardi 6
081 5209823

Massimo Marangio
dal 29/4/2006 al 17/5/2006

Segnalato da

Maurizio Vitiello




 
calendario eventi  :: 




29/4/2006

Massimo Marangio

Centro Culturale “Il Ritrovo dell’Arte", Acerra (NA)

Contrappunti. L’artista usa il bitume che scioglie nell’acquaragia e lega con l’olio di lino creando una materia pittorica grumosa, scura e volutamente bruna. A cura di Maurizio Vitiello.


comunicato stampa

Contrappunti

a cura di Maurizio Vitiello

Al Centro Culturale “Il Ritrovo dell’Arte", in Via Leopardi 6 Acerra (Napoli) sara' inaugurata domenica 30 aprile 2006, alle ore 11, e restera' aperta sino a giovedi' 18 maggio 2006 la mostra, curata dal critico partenopeo Maurizio Vitiello, intitolata “Contrappunti", con opere ad olio ed in tecnica mista di Massimo Marangio.

L’artista, nativo di San Pietro Vernotico, dove Domenico Modugno ha vissuto in tenera eta', lavora tra il Salento e la zona di Campobasso ed, al momento, sta preparando una teoria di mostre in Puglia, Toscana, Molise e Campania. Alle ore 12 incontro con Maurizio Vitiello, che presentera' la rassegna espositiva, ed interventi di Pino Cotarelli, Mimmo Fatigati, Franco Lista, Giovanni Iaquinta, Antonino Scialdone.

Scheda della mostra “Contrappunti"

Massimo Marangio (ma Giuseppe all’anagrafe) e' un artista che vive tra il Salento ed il Molise. Le sue redazioni, iniziate nell’ambito della “Scuola Salentina", indirizzano i fruitori a riflettere su motivi di ieri ed a raccogliere istanze interessate a ripassare amori di una terra dalla storia antica. Le sue interpretazioni paesaggistiche risultano estroflessioni linguistiche di un voluto ventaglio dialettico, regolato da note coordinate da un dolente espressionismo astratto, che alludono a quel territorio che volge lo sguardo verso l’est del mondo, che suggerisce fascini esotici, tristezze secolari, atmosfere gravide di suggestioni, problematiche intense. Massimo Marangio con il recupero di materiali poveri ed il dominio di tecniche particolari prepara supporti su cui s’alternano versioni cromatiche estreme ed insistono segni, segnacoli e segnature, nonche' sottrazioni calcolatissime. L’artista usa il bitume che scioglie nell’acquaragia e lega con l’olio di lino e questa materia pittorica grumosa, scura, volutamente bruna, che ci collega e ci fa pensare ad un giovanile e gestuale-informale Salvatore De Curtis, di Napoli, e ad un materico-informale Pino Pingitore, di Spezzano della Sila (CS), ma che vive e lavora a Catatnzaro, nonche' a Polidoro Caldara da Caravaggio, per alcune tavole brunite in esposizione al Museo di Capodimonte di Napoli, inclina i pensieri alle radici di un tempo indefinito e quasi sfida il concetto di paesaggio.

Massimo Marangio sa perfettamente inquadrare il lavoro, la voglia di esserci e di proseguire ed ormai ha scelto tre colori per sostanziare rese cromatiche certe, forti, sicure. Il bitume steso e, poi, sottratto gli permette di raccontare la storia attraversandola nelle sudate trasparenti filigrane del tempo. Il blu di prussia lo convince ad imprimere forza nella strutturazione bituminosa, che si rannuvola o si stinge nella fisarmonica dei suoi pensieri, rideterminata e riflessa in colpi precisi di pennello, ma il rosso carminio, lo fa vivere, gli da' respiro, gli permette di stendere un sottilissimo “fil rouge" di allarmi e di consistenze vitali.

“Ulivi del Tempo"

In questa serie, davvero molto cara a Massimo Marangio, si avverte tutta la forza della terra, nonche' il radicamento orgoglioso di un pugliese che negli alberi d’ulivo ritrova pace e serenita' d’animo tanto da pensare di trasformarli in persone, in una rete di corpi; si' da umanizzarli per renderli partecipi di considerazioni interiori ed intestine.

Il bravo pittore pugliese ha attraversato l’area delle ricerche figurative, intercettando ed incrociando direzioni diverse, ma sempre legando la dovuta riflessione sulla condizione umana al tema nobile della natura. Negli ultimissimi anni i suoi dipinti hanno acquistato un largo e profondo respiro scenografico con un’aria metamorfica che puntualizza sulla dualita'. Nell’interessante mondo pittorico di Massimo Marangio, tra desideri incolmabili, sogni, illusioni, miti e realta' irriducibili riaffiorano prepotenti le tracce della magnetica attrazione verso la natura e s’impone, quindi, di nuovo l’amore per il paesaggio. E’ un amore prevalente, quasi di valore assoluto, un atteggiamento visivo che s’indirizza ad essere pensiero ecologico, nostalgicamente protettivo. Massimo Marangio conserva idealmente e visivamente intatta l’impossibile salvezza della natura e, quindi, del paesaggio con il plausibile, delicato ed affettuoso “inganno" antropomorfico e, cosi', l’uomo diventa “natura morta" dell’eternita'. Per comprendere il senso ed il valore di questa sua produzione non si puo' non tener conto delle sue innervate radici pugliesi.

“Slittamenti in Rosso"

Le donne slegate da qualsiasi piano etico si dimostrano in corpi nudi in tutta la loro franchezza naturale e solo in tre punti sono “toccate" e “rivestite" da tocchi di colore, di “vernice".

Questi forti e squillanti rimandi cromatici risultano virgole di pungoli ottici, che stazionano su addensamenti contenutistici. Il pittore non si lascia coinvolgere da derive astrattizzanti, ma affronta con particolare determinazione il processo di analisi del reale, proponendosi di avanzare una sua particolare lettura di un codice pittorico, mantenendo, come raggiungimento, l’unita' morale ed estetica di un afflato lirico sorgivo e ricco di naturalita' decise, marcate volutamente, quasi sfioranti incipienti volutta'. Il supporto, tela o legno, ma quest’ultimo preferito per far sollevare in ridondanze plastiche grumi matrici ed ispessimenti bruni di alto valore timbrico, su cui si stacca, nelle sue definizioni carnali e nelle sue punteggiate sottolineature, manifesta e prorompente, la donna, quale simbolo fertile della vita. E su tre punti, quasi segnaletici del corpo femminile, nelle opere che da mesi produce l’artista notiamo un significativo e generoso uso di giro della gamma del rosso: dal rubino al sanguigno, dal vermiglio al pompeiano, dal lacca al carminio, dal bordeaux al magenta … . Vuol essere un richiamo alla bellezza di un colore con tutte le sue sfumature che anche la donna sa avere. Maurizio Vitiello

Inaugurazione: domenica 30 aprile 2006, alle ore 11

Centro Culturale “Il Ritrovo dell’Arte"
Via Leopardi 6 - Acerra (NA)
Orario: Tutti i giorni 16-20, festivi per appuntamento (tel. 081 5209823).

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Massimo Marangio
dal 29/4/2006 al 17/5/2006

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