Museion - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea
Bolzano
via Raffaello Sernesi, 1
0471 980001
WEB
Giornate
dal 25/5/2006 al 26/8/2006
mar -dom 10.00-18.00 giov 10.00-20.00

Segnalato da

Elena Del Carlo




 
calendario eventi  :: 




25/5/2006

Giornate

Museion - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea, Bolzano

Sette scene di nuova pittura germanica. La mostra oltrepassa la delimitazione della tela e apre lo spazio al dipinto figurativo. Sei artisti tedeschi tra i piu' quotati recentemente realizzano appositamente per la mostra opere su parete direttamente negli spazi dell’istituzione.


comunicato stampa

Sette scene di nuova pittura germanica

A cura di Susanne Pfeffer (Kunstlerhaus Brema)

Nella mostra Deutsche Wandstucke Sette scene di nuova pittura germanica le opere superano i limiti posti dalla tela consentendo alla pittura di conquistare lo spazio. Sette artisti tedeschi tra i piu' noti in ambito internazionale creano espressamente per la mostra negli spazi di Museion a Bolzano affreschi e lavori su parete. Le opere di Ulla von Brandenburg, Katharina Grosse, Frank Nitsche, Gregor Schneider, Norbert Schwontkowski, Dirk Skreber e Matthias Weischer rivelano cosi' un riferimento indiretto con la tradizione della pittura parietale in Alto Adige e generalmente in Italia. Per tre settimane gli artisti hanno trasformato Museion in un laboratorio e si sono cimentati con le difficolta' poste dallo spazio tridimensionale.

Per il visitatore il percorso espositivo si configura come un confronto con il medium della pittura a parete e con le sue potenzialita' nel contesto contemporaneo. La mostra offre l’opportunita' di una riflessione puntuale sulle diverse applicazioni della pittura nell’ambito della tecnica dell’affresco, che qui viene affrontata su un piano sperimentale prendendo le distanze dalla sua eredita' storica. Sala per sala si sviluppa un breve, ma intenso percorso in cui le rispettive varianti di questa tecnica si fondono con l’espressione individuale delle posizioni presentate.

L’affresco e' qui inteso come momento di espansione spaziale, come trascendimento della struttura architettonica immobile. Distorsioni spaziali e temporali fanno giocare lo sguardo con il concetto di “parete" e il suo “proseguimento".

Ulla von Brandenburg
Nata nel 1974 a Karlsruhe. Vive e lavora ad Amburgo e Berlino.
L’opera si sviluppa sull’intera superficie di due pareti. Si presenta come una scenografia ridotta al contrasto tra chiaro e scuro, ispirato ad una foto tratta da una messa in scena di Gorge Bernard Shaw. In quest’opera le pareti sembrano una specie di quinta teatrale bidimensionale. Dato che il soggetto si sviluppa non solo frontalmente, ma anche lateralmente e come immagine riflessa, sembra che esso giri intorno allo spettatore. Dal centro, dallo “spazio dell’osservatore", ha inoltre luogo un’inversione prospettica dato che le figure in scena, che solitamente risultano rimpicciolite dalla distanza, qui incombono gigantesche sullo spettatore. Il gioco di chiaro-scuro in stile affiches ricorda i giochi d’ombre cinesi e la tecnica delle sagome ritagliate in uso nel XIX secolo. La profondita' viene qui sostituita dalla superficie.

Katharina Grosse
Nata nel 1961 a Friburgo / Breisgau. Vive e lavora a Berlino e Dusseldorf.
L’invasione completa del lungo corridoio racchiude al contempo la funzione di entrata e di elemento di congiunzione. Dal punto di vista del contenuto l’opera parte dai singoli elementi dell’affresco presentandoli efficacemente nel loro stato originario. Scomposto in pigmento e pietra l’affresco contemporaneo si deposita nello spazio trasformandolo radicalmente. L’osservatore percepisce le pietre di diverse dimensioni come granuli di intonaco che sembrano staccarsi dal pavimento originale, salire e disporsi nuovamente. Gli strati di colore e le pietre arrotondate di diversi formati creano un reticolo di colore deformato dal punto di vista prospettico. Liberatosi dalla pura superficie l’affresco dispiega qui la sua capacita' di trasformare tridimensionalmente lo spazio in aspetti completamente nuovi. L’apertura dello spazio attuata dall’affresco che trascende le pareti si estende qui concettualmente con riferimenti alla Landart e conferisce alla tecnica a fresco un carattere plastico. In questo modo all’ingresso viene fornita al visitatore un’introduzione concreta, quasi fisica agli elementi originari dell’affresco e dopo aver visitato le singole sale si immerge nuovamente negli elementi primari.

Frank Nitsche
Nato a Gorlitz nel 1964. Vive e lavora a Berlino.
Nel mezzo della parete pulita, associato a forme e colori, si esprime un gioco tra il concetto di superficie e i diversi piani. Le linee perdono loro funzione originaria di limiti trasformandosi in punti di fuga prospettici, supportando la deformazione e lo spostamento delle superfici che costituiscono il punto di partenza della pittura parietale e dell’affresco. La riflessione avviene qui alle origini della tecnica prendendo le mosse dalle condizioni spaziali e cercando di modificarne la percezione tramite l’uso di questa tecnica.

Gregor Schneider
Nato nel 1969 a Rheydt. Vive e lavora a Rheydt.
La riflessione programmatica nei suoi lavori sul tema del duplicato si coniuga qui con un’elaborazione del concetto di affresco come mezzo di caratterizzazione, individualizzazione e destinazione d’uso di una stanza. Il punto di partenza dell’opera, concepita sull’intera superficie dello spazio si ispira da un motivo esistente sulla facciata della Chiesa dei Domenicani di Bolzano. L’affresco non e' piu' una percezione frontale, ma si snoda sottilmente fino alle macchie di muffa sullo spazio dietro al visitatore. Un affresco quasi interamente cancellato e le tracce lasciate da un quadro tolto dalla parete rimandano alla questione di quando un quadro prenda forma nello spazio. Il processo di trasformazione proprio dei colori e dei materiali e' calcolato. Cosa rimane di percepibile dei simboli originariamente religiosi?

Norbert Schwontkowski
I frammenti di un affresco „messi a nudo“ ad arte giocano con il concetto della temporalita' e dei suoi effetti sullo spettatore rievocando al contempo la sua funzione di potenziale elemento narrativo. La pittura parietale con la sua tradizionale aspirazione ad insegnare, a far cogliere in modo immediato e' presente qui come gioco con un passato che deve essere ricomposto e interpretato. Gli indizi frammentari si compongono soltanto attraverso lo sguardo dell’osservatore che tenta di dare significato e valutare la rappresentazione quale „fatto accaduto“, quale „messaggio“. Questa storia andata perduta viene riportata alla superficie con apparente levita', tuttavia dissolta nelle sue componenti isolate narrativamente che non sono piu' in grado di ritrovare i riferimenti reciproci perduti. Un gioco con la percezione contemporanea dell’affresco quale modalita' narrativa occasionalmente incompleta che porta il visitatore a raccontare sempre da capo e nuovamente lo spazio intero che lo circonda.

Dirk Skreber
Nato nel 1961 a Lubecca. Vive e lavora a Dusseldorf e New York.
In quest’opera l’intervento artistico coinvolge l’intera sala, compresi pavimento e soffitto. L’aspetto illusionistico pare prendere spunto dalla concezione dello spazio quale mondo a parte. L’allineamento ondulato riprende l’andamento manierato del barocco e presenta parallelamente, attraverso l’effetto ottico sull’osservatore, dei riferimenti all’arte e alla grafica degli anni Sessanta. I limiti della stanza si aprono attraverso lo sguardo che sperimenta una sorta di destabilizzazione provocata dall’assenza di linee diritte. La disposizione sulle pareti le linee sinuose che prendono il posto di contorni spaziali chiaramente definiti fa sorgere paradossalmente l’illusione di uno spazio aperto non compreso entro muri solidi e robusti.

Matthias Weischer
Nato a Elte/Westfalia nel 1973. Vive e lavora a Lipsia.
Attraverso l’impiego della tecnica classica dell’affresco e' stata dipinta una parete intera. La rappresentazione apre su un lato la sala su un’altra stanza e invita lo spettatore ad un gioco prospettico che quasi lo alletta ad “entrare" nella parete come fosse uno spazio. La predominanza di colori e superfici si dipana attraverso diversi piani temporali. Il riferimento ad una tecnica classica importante tramandata dal passato rinvia il visitatore all’ambiente abitativo rappresentato in modo ancora piu' forte al presente, passando per la via traversa di un allestimento della stanza che ricorda i primi anni Sessanta. Il gioco della rappresentazione del benessere puo' essere letto come una citazione ironica delle raffigurazioni di spazi riservati alla nobilta' comuni durante il Medioevo. I punti di fuga prospettica fissi della tradizione classiva vengono pero' abbandonati in favore di uno spazio dalla prospettiva distorta e pertanto aperto.

In occasione della mostra Deutsche Wandstucke Sette scene di nuova pittura germanica verra' pubblicato un catalogo edito da Charta.

Presseinformationen
Elena Del Carlo - elena.delcarlo@museion.unibz.it
Silvia Rissbacher-Valer - s.rissbacher@museion.unibz.it

Inaugurazione: 26 Maggio 2006, ore 18

Museion - Museo d'Arte Moderna e Contemporanea
via Sernesi, 1 - Bolzano
Orari: mar -dom 10-18 giov 10-20

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